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Visualizzazione dei post da luglio, 2012
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Non farete giustizia, farete vendetta di Francesco Saverio Merlino La difesa di Gaetano Bresci fatta dal suo avvocato anarchico, alla Corte d’Assise di Milano: una pagina alta di storia e di diritto. Francesco Saverio Merlino A vv. Merlino – Signor Presidente, prima di cominciare, io sono costretto di pregarla di voler far prendere nota nel verbale, che il Rappresentante il P.M., nella sua requisitoria, ha affermato che il Bresci ebbe un complice, e ha parlato di un telegramma e di atti i quali si riferiscono precisamente al processo contro i complici del Bresci. Siccome questa circostanza può avere un’influenza sulla sorte del gravame che noi interporremo contro una precedente ordinanza di questa Corte, adempio ad un compito della difesa chiedendo che si prenda nota di essa nel verbale. Presidente – Sarà fatto. Avv. Merlino – Cittadini giurati! Il cortese saluto che il Rappresentante del P.M. ha voluto indirizzare non solo al mio collega quale r

Storia - Lo sbarco in Sicilia, l'inizio della fine del nazifascismo (194...

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Alessandro (non troppo) Magno

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Alessandro (non troppo) Magno più barbaro dei barbari Alessandro Magno nella battaglia di Isso   Dalla Scozia un professore (di origine iraniana) rovescia il mito del condottiero civilizzatore: in Persia si macchiò di malvagità gratuite VITTORIO SABADIN Persepoli era l’agglomerato urbano più grande e più bello del mondo quando Alessandro Magno arrivò davanti alle sue mura nel 330 avanti Cristo. Non ci fu bisogno di combattere per conquistarlo: un anno prima il re persiano Dario era stato sconfitto a Gaugamela e nessuno cercava più di opporsi all’esercito macedone. Alessandro si fermò davanti alla grande Porta delle Nazioni fatta erigere da Serse, ammirò le 72 colonne che reggevano l’Apadana realizzata da Dario il Grande e l’infinita sequenza di finissimi bassorilievi che la adornavano. In Grecia non c’erano costruzioni che potessero essere paragonate allo splendore di quei palazzi reali, alla imponente scalinata del Tripylon che aveva al suo culmine tre porte,

Roma, un mistero sepolto

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- la storia Roma, un mistero sepolto da mille metri e 69 anni La corazzata Roma fu varata il 9 giugno 1940 e venne affondata il 9 settembre 1943. In queste due foto, due momenti della sua breve esistenza: a sinistra, in navigazione; a destra, la vita a bordo MULTIMEDIA FOTOGALLERY Corazzata Roma, trovato il relitto Affondò nel '43 Avvistato il relitto più ricercato d'Italia: ecco il racconto di chi l'ha scoperto FABIO POZZO È uno dei più importanti relitti della Seconda Guerra Mondiale, l’ultima grande nave da guerra che ancora giace nell’oblio degli abissi. E per alcuni, il Titanic italiano, perché colando a picco il giorno dopo l’Armistizio sotto le bombe volanti tedesche portò con se 1.393 vite. Gli davano la caccia in tanti. Da 69 anni. Per l’ingegnere Guido Gay, industriale e inventore di robot subacquei, il relitto della corazzata Roma, ammiraglia della Regia Marina al comando dell’ammiraglio Carlo Bergamini, era una sfida