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Visualizzazione dei post da agosto, 2011
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Casciana terme – 20 anni fa, il 31 agosto, Giovanni Spadolini, presidente del senato, rendeva omaggio al campo degli eroi, oggi sede della fondazione “Berti”. L’evento è stato ricordato dalla fondazione. La curiosa immagine, ancora inedita, ritrae Spadolini in compagnia dell’amico Angiolo Berti in un momento di pausa dopo la cerimonia.
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LA FONDAZIONE “BERTI” RICORDA ENZO FERRARI CASCIANA TERME (Pisa) - Nel 23° anniversario della scomparsa,la figura umana e professionale di Enzo Ferrari è stata ricordata al Campo degli Eroi. La Fondazione”Angiolo e Maria Teresa Berti” ha fortemente voluto questa iniziativa perché Enzo ed Angiolo sono stati grandi amici. L’immagine, allegata al testo, mostra infatti i due accanto al nuovo furgone di ANSA FOTO, una struttura mobile per inviare dal luogo dell’avvenimento le immagini alle agenzie ed ai giornali. Siamo nel 1968 e l’idea di Berti è innovativa nel settore dell’informazione nazionale. All’epoca era direttore dell’ANSA per l’Emilia e Romagna. In particolare, Berti volle iniziare quest’ attività con un servizio dedicato alla “Ferrari” di Maranello. Da qui, la foto ufficiale fra il giornalista ed il Drake. (Gian Ugo Berti)
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Il 16 agosto viene ritrovato il cadavere di Giacomo Matteotti Claudio Fracassi ripercorre i sette mesi che sconvolsero l’Italia La cosiddetta pistola fumante, la prova regina, posto che sia esistita, non è mai stata trovata. Almeno niente di esplicito quanto il telegramma inviato da Benito Mussolini al prefetto di Torino, mettendo nel bersaglio Piero Gobetti e raccomandando di «rendere difficile vita questo insulso oppositore fascismo»: invito interpretato con grande zelo e che provocò ripetuti pestaggi, fino alla morte dell’intellettuale liberale. Insomma, nessun testo scritto (come la minuta autografa di quell’ordine, conservata dal segretario di Palazzo Venezia) lega il Duce all’assassinio di Giacomo Matteotti. Eppure la massa di testimonianze e indizi che si concentrarono su di lui fu tale da incatenarlo quasi subito al sospetto d'essere il mandante del delitto. Per molti, mandante con una responsabilità più che morale. Segna una linea d’ombra così tenace, quel filo
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Firenze La liberazione di Firenze Forse non molti sanno che nel generale disfacimento del nostro esercito succeduto all’8 settembre 1943, tra i pochi reparti che si opposero con le armi alle truppe tedesche sul territorio nazionale ce ne fu uno, composto di paracadutisti della Nembo, di bersaglieri e di fanti, che il 9 settembre, sul passo della Futa, nodo nevralgico della futura Linea Gotica, impose con la forza la chiusura del locale radiofaro della Luftwaffe, catturando il presidio germanico. Naturalmente il giorno seguente la reazione tedesca non si fece attendere grazie all’arrivo di rinforzi da Bologna, Panzer compresi. Gli scontri che ne seguirono per l’intera giornata e che videro passare il valico da una parte all’altra dei contendenti consentirono ai tedeschi di riprendere la posizione, a prezzo però di perdite di uomini e mezzi; gli italiani, invece, inferiori di numero e di certo peggio equipaggiati, riuscirono a ripiegare con ordine anche con l’aiuto d
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(Il giovane giornalista Angiolo Berti intervista Reder.Berti sulla sx di Reder.Foto archivio Fondazione Berti) A TU PER TU CON REDER Da Sant’Anna di Stazzema a Marzabotto, Angiolo segue quella scia di sangue e di orrore. Un destino che lo accompagnerà sempre in ogni tragico giorno della guerra. Quello che lo colpisce è capire perché qualcuno possa ordinare simili stragi e perché qualcunaltro le esegua ciecamente e cinicamente. A guerra finita, Walter Reder è riconosciuto da tutti i testimoni nel corso dei sopraluoghi. Viene condannato a morte, poi la pena viene commutata in ergastolo. Trasferito in Austria,suo paese natale, viene messo in libertà da quel Governo dopo qualche anno. Morirà a Vienna nel 1991 all’età di 76 anni, portandosi dietro tanti segreti ed altrettanto odio. “Potei scambiare con l’imputato alcune parole su quelle orribili vicende. Davanti ai giudici – ricorda ancora Berti su Il Tirreno - aveva ammesso praticamente tutto,addossando la responsabilità al
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TESTIMONE A SANT’ANNA DI STAZZEMA “Che cosa è veramente successo intorno al 12 agosto in Versilia?” Questo si chiede il giovane giornalista venendo a conoscenza di voci che di là provenivano sempre più inquietanti. Angiolo conosce bene la gente di quelle parti. “Nel 1941-2, Lucca era infatti un punto d’incontro della realtà cattolica che sapeva guardare al domani. A Bologna,in particolare, si stampava a cura dell’Avvenire d’Italia,la testa Esare, della quale mi occupavo redazionalmente. Fu il collegamento di persone e sentimenti che mi avvicinò al mondo versiliese nei momenti più drammatici del conflitto.” “Ma a suggellare tale conoscenza,nell’estate del 1944,ci fu al campo di Corticella,l’ondata di piena di rastrellati che riguardò lucchesi e soprattutto versiliesi. L’antico rapporto con la Diocesi mi aveva posto,per fortuna,dinanzi a volti noti e,passato il primo momento di sorpresa,mi fu possibile,sia pure con grande prudenza, prendere certe intese. Non pochi di quest
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6 Agosto :lancio della prima atomica su Hiroschima e Nagasaki LA BOMBA ATOMICA Il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e su Nagasaki poneva fine al secondo conflitto mondiale, costringendo anche l'Impero nipponico alla resa senza condizioni. Per la moderna teoria atomica, accettata nelle sue linee generali ancora oggi nonostante le notevoli modifiche subite, la parte minima della materia è costituita da un ammasso di energia detto atomo. L'atomo riproduce ad un dipresso la stessa struttura che si trova in maggiori proporzioni nel sistema solare. Il sistema atomico ha una sua parte centrale, detta « nucleo » e particelle periferiche, gli « elettroni. », che si muovono intorno al nucleo secondo determinate orbite, similmente a quanto avviene per i satelliti del sole. Il nucleo a sua volta è formato da altre particelle, denominate protoni e neutroni a differenza fra le diverse particelle dell'atomo consiste nel diverso stato elettrico, che può essere positivo o negativo (c

Strage di Bologna. Documentario su History Channel

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PER NON DIMENTICARE
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Il 2 Agosto 1922 un gruppo di giovani antifascisti, tra i quali alcuni anarchici, ingaggia uno scontro armato nei pressi di Pontarcione con i camion dei fascisti di ritorno dall'aver assassinato i fratelli Gigli la sera prima. Muore nella sparatoria Filippo Filippetti, membro degli Arditi del Popolo, sindacalista dell'USI per il setto...re edile.Dopo un crescendo di aggressioni compiute dai fascisti nei confronti delle organizzazioni del movimento operaio, sedi sindacali, politiche e culturali, e singoli militanti, con decine di morti fra gli antifascisti, i sindacati indicono uno sciopero generale ad oltranza in tutta Italia per fermare le violenze, che inizia il 1° agosto 1922. I fascisti, finanziati da agrari ed industriali, armati dai Carabinieri e dall'Esercito, protetti dalla monarchia e dai circoli militari e clericali, aggrediscono le roccaforti operaie, ma sono ovunque respinti: a Parma, a Bari, a Roma, a Civitavecchia, in decine di centri i proletari armati si opp

Fondazione Berti-per non dimenticare

Fondazione Berti-per non dimenticare
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Biografia 1863 Pietro nasce a Livorno il 7 dicembre, alle ore 6,30 del mattino, in P.zza delle Erbe. E' figlio di Domenico Mascagni e di Emilia Reboa. Domenico è proprietario di un forno sotto la casa dove abita. 1873 In ottobre la madre, a soli 32 anni muore lasciando il marito con i suoi cinque figli. Pietro, il più desideroso di apprendere tra i figli, viene avviato agli studi ginnasiali. In seguito, il giovane che sogna di fare il compositore, affianca agli studi umanistici quelli musicali: studia pianoforte e canta come contralto nella Schola Cantorum della chiesa di San Benedetto. 1876 Mascagni intraprende studi musicali più regolari e diviene allievo di Alfredo Soffredini, fondatore dell'Istituto Musicale Livornese. Il maestro era descritto come un tipo curioso: parlava a scatti, gesticolava, pieno di entusiasmo, appassionato, tanto era il calore con il quale esponeva le idee che sapeva suscitare nei discepoli la bramosia d'imparare e di fare. 1880 Compone le