6 Agosto :lancio della prima atomica su Hiroschima e Nagasaki


LA BOMBA ATOMICA
Il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e su Nagasaki poneva fine al secondo conflitto mondiale, costringendo anche l'Impero nipponico alla resa senza condizioni. Per la moderna teoria atomica, accettata nelle sue linee generali ancora oggi nonostante le notevoli modifiche subite, la parte minima della materia è costituita da un ammasso di energia detto atomo. L'atomo riproduce ad un dipresso la stessa struttura che si trova in maggiori proporzioni nel sistema solare. Il sistema atomico ha una sua parte centrale, detta « nucleo » e particelle periferiche, gli « elettroni. », che si muovono intorno al nucleo secondo determinate orbite, similmente a quanto avviene per i satelliti del sole. Il nucleo a sua volta è formato da altre particelle, denominate protoni e neutroni a differenza fra le diverse particelle dell'atomo consiste nel diverso stato elettrico, che può essere positivo o negativo (caratteri opposti l'uno all'altro e quindi annullantisi se contrapposti l'uno all'altro in quantità di pari valore). Come si è visto, la differenza fra una sostanza e l'altra consiste nella diversa composizione atomica. Se questa viene mutata, si ha un mutamento nella sostanza, per cui, ad esempio, è possibile, frazionandone il nucleo, trasformare un atomo di litio in due atomi di elio. Una siffatta trasformazione è denominata risultati conclusivi, ma si arrestavano di fronte all'ostacolo costituito dal grande ingombro degli impianti che producevano l'esplosione atomica e che ne rendevano impossibile la trasportabilità e quindi l'impiego bellico. Gli americani ed i loro alleati invece riucivano a superare tale ostacolo ed a costruire una bomba di dimensioni tali da poter essere caricata su una superfortezza « B.29 », un quadrimotore che di solito portava 10 tonnellate di bombe ad esplosivo normale. Il 6 agosto 1945 l'aereo, denominato « Enola Gay » e comandato dal colonnello Tibbetts, lanciava una bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima, alla estremità occidentale dell'isola di Honshu. Tre giorni dopo, altra bomba atomica, dello stesso tipo, veniva sganciata su Nagasaki, città situata sulla costa occidentale dell'isola di Kyushu. L'effetto d'ognuna delle due bombe si era calcolato pari a circa 20.000 tonnellate di tritolo, o a 2.000 bombe da 11 tonnellate del tipo impiegata dalla RAF (le bombe più grandi che mai siano state usate). Per aumentare il raggio dell'esplosione ed avvolgere gran parte della città, la bomba veniva lanciata in ambedue i casi con paracadute e fatta esplodere a 500 metri di altezza. Gli effetti delle prime esplosioni atomiche furono spaventosi. A Hiroshima, circa il 60% ustionata ed ulcerata, in cui non si distingueva quasi più nulla: gli occhi non esistevano più, le cavità oculari ed il naso livellati o addirittura cancellati, la cavità orale ridotta ad un denso ammasso purulento. A questo proposito valga per tutte la testimonianza riferita dal dott. Hachiya, direttore dell'ospedale di Hiroshima, ferito anch'egli, che cosi racconta: Ma i loro volti non esistevano più. Occhi, naso, bocca, tutto era stato mangiato dal fuoco, e pareva che le orecchie si fossero liquefatte; non si capiva più qual'era il volto e quale la nuca. Ce n'era uno col viso irriconoscibile, senza labbra, si scorgevano i denti bianchi che gli spuntavano in fuori; mi chiese un pò d'acqua, ma non ne avevo. Ho congiunto le mani e ho pregato per lui. Anche parti interne venivano talvolta lesionate o distrutte: deformazioni ipertrofiche della tiroide (con casi di gozzo) oppure sua completa cancellazione, lesioni broncopolmonari, emorragie interne, lesioni ossee ed al midollo (con manifestazioni di leucemia o di anemia), lesioni interne infiammatorie o distruttive alla milza, all'intestino, alle glandole interne, lesioni agli organi genitali. Spesso gli effetti delle radiazioni atomiche si ritrovavano anche nei figli dei colpiti, anche se concepiti dopo l'esplosione. Questi nascevano con deficienze, anomalie o mostruosità, come effetto delle deformazioni prodotte dalle radiazioni atomiche nei cromosomi (portatori dei caratteri ereditari, che vengono trasmessi alla discendenza) delle cellule colpite nel corpo dei genitori. Specie nei primi giorni, le autorità giapponesi erano impotenti a soccorrere la enorme massa dolorante dei colpiti ammucchiati lungo i marciapiedi delle strade in attesa di un qualche aiuto che non veniva per difetto di medici e dei medicinali e dove la morte li coglieva dopo una straziante agonia. Ma nella storia di quegli orribili giorni, che non onorano certo la civiltà umana, il ricordo più straziante rimarrà quello delle madri e dei loro bambini i cui aspetti cosi come talune delle foto da noi pubblicate testimoniano, fanno impallidire persino la biblica, « Strage degli Innocenti »! In seguito al lancio delle bombe atomiche, il 10 agosto 1945, il governo giapponese si rivolgeva, tramite la Svizzera e la Svezia, alle Nazioni Unite, dichiarando di essere disposto ad uniformarsi alla dichiarazione di Potsdam, a patto che non venissero messe in questione le prerogative sovrane dell'Imperatore come Capo dello Stato nipponico. Il 14 agosto, avendo avuto assicurazioni in questo senso, il Giappone si arrendeva senza condizioni. Il 26 dello stesso mese la flotta anglo-americana entrava nella baia di Segami ed il 29 venivano sbarcati presso Tokyo 40.000 soldati. Il 2 settembre 1945, nella baia di Tokyo, a bordo della nave da battaglia americana Missouri, veniva firmato l'armistizio tra l'Impero giapponese e le Nazioni Unite.



Il 6 agosto 1945 gli americani sganciavano sulla città giapponese di Hiroshima la prima bomba atomica, aprendo un nuovo e rivoluzionario capitolo nel campo delle armi e della guerra. La bomba atomica, com'è noto, non era una arma basata sulla esplosione delle consuete cariche, bensì sulla disintegrazione dell'atomo. Si è scoperto, in seguito alle ricerche scientifiche degli ultimi decenni, che l'atomo (particella minima della materia) ha la forma approssimata di un piccolo sistema solare, con un nucleo centrale (formato da protoni e neutroni) intorno al quale si muovono altre particelle dette elettroni. Nella foto in alto la disintegrazione di un atomo di litio in quattro atomi di elio (indicati con Al, A2, B1 e B2).
La disintegrazione dell'atomo era ottenuta mediante un bombardamento elettronico. L'atomo impiegato era di uranio 235. (Il 235 sta ad indicare il numero totale dei protoni e dei neutroni contenuti nel nucleo). Nell'atomo di uranio i protoni sono 92, ed altrettanti gli elettroni (il numero dei protoni, in tutti gli atomi, corrisponde a quello degli elettroni). I neutroni invece sono di numero variabile, maggiore od eguale a quello dei protoni. Il consueto atomo di uranio ha 146 neutroni ed è chiamato uranio 238 (92 + 146). Ma per la bomba atomica venne usato un isotopo (l'isotopo è un atomo del medesimo elemento chimico, ma nel quale i neutroni sono in numero diverso da quello dei neutroni contenuti nell'atomo consueto) raro dell'uranio, dotato di 143 neutroni, detto perciò uranio 235 (92 + 143). Il bombardamento elettronico dell'atomo di uranio 235 era ottenuto colpendo il nucleo di detto atomo con un neutrone estraneo che lo disintegrava, scindendolo in due parti, ognuna delle quali era atomo di un altro elemento chimico. Con questa operazione si sprigionava una grande quantità di energia. In alto lo stabilimento di Pasco, nello Stato di Washington (USA), dove venne costruita la bomba atomica lanciata ad Hiroshima. .

La bomba atomica americana era frutto di lunghi studi compiuti da scienziati americani, britannici, italiani e tedeschi (questi ultimi rifugiati in America per motivi politici o razziali). Una delle date più importanti è il 1939, quando Strassmann e Hahn scoprivano la « fissione » (così è denominata la scissione del nucleo avvenuta per bombardamento elettronico) dell'uranio. Tenendo conto anche di queste esperienze, l'italiano Enrico Fermi, che aveva compiuto in Italia notevoli scoperte nel campo della fisica nucleare ed era passato poi al servizio degli americani contro il suo Paese, giungeva a costruire a Chicago nel 1942 il primo reattore nucleare, per la produzione di energia atomica. Altri tre anni erano necessari per condurre alla bomba atomica, nella quale l'energia era prodotta con velocità rapidissima, provocando una vera e propria esplosione. La prima bomba atomica americana fu fatta esplodere nel 1945 nel deserto di Almogorado, negli Stati Uniti. Nella foto in alto un gigantesco disintegratore atomico da 20 tonnellate che genera una potenza di 8 milioni di volts.
Una delle maggiori difficoltà per l'impiego della bomba atomica era il suo grande ingombro e quindi la difficile trasportabilità per aereo. Questa difficoltà venne superata dagli americani, che riuscivano a costruire una bomba trasportabile su una superfortezza « B.29 » (che di solito portava 10 tonnellate di bombe ad esplosivo normale). I tedeschi invece, già avanti nello studio della bomba atomica e praticamente giunti alla possibilità di costruirla, avevano subito notevoli intralci nella costruzione a causa di distruzioni alle industrie di acqua pesante in Norvegia e non riuscivano a costruire un ordigno di dimensioni tali da poter essere trasportato ed impiegato da mezzi bellici. In alto la superfortezza che ha lanciato la bomba atomica su Hiroshima, in una base nell'isola di Saipan. L'aereo aveva il nomignolo di Enola Gay.

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