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Visualizzazione dei post da aprile, 2012
La battaglia di Monte Casale sul Mincio
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LA BATTAGLIA DI MONTE CASALE La battaglia di Monte Casale si svolse il 30 aprile 1945 nel territorio di Ponti sul Mincio (MN) ed è ritenuta uno degli ultimi scontri della seconda guerra mondiale in Italia. Fu combattuta dai partigiani della Brigata Italia (Vr) comandata da Enzo (Fiorenzo Olivieri), dai partigiani della Brigata Avesani comandati da Bruto assieme agli Arditi del IX reparto d'assalto che ebbero un sanguinoso scontro con un reparto tedesco della Flak (la contraerea) che si era asserragliato sulla cima di una collinetta posta vicino alla strada che collega Peschiera del Garda a Monzambano. Nello scontro, che durò dalla mattina fin verso sera, morirono 5 arditi, il soldato americano Robert Carlson, e 4 partigiani. Da allora, ogni anno l'amministrazione comunale di Ponti sul Mincio ricorda con una cerimonia di commemorazione il sanguinoso combattimento. Nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945 un forte reparto di tedeschi proveniente dalle difese sul Po e re
Donne e resistenza
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- Le donne nella resistenza Il femminismo: le donne nella resistenza La seconda guerra mondiale coinvolge le donne ancor più della prima, fra distruzioni della guerra aerea, restrizioni alimentari, perdita dei propri cari e i drammi estremi delle persecuzioni naziste, fino all'Olocausto, al sacrificio di milioni di donne ebree. Entro questo lungo incubo matura, un nuovo sentimento femminile di autosufficienza, di autostima, legato alle supplenze esercitate, alle necessità cui ci si dimostra capaci di far fronte. Un grande apporto alla liberazione nazionale è stato fornito dalla società civile, società che naturalmente comprendeva sia uomini che donne. Ma la storia "politica" ha sempre privilegiato gli uomini dando loro i più grandi meriti, senza tenere troppo in considerazione quello che è stato il ruolo delle donne. In Italia solo verso la fine degli anni settanta si è diffusa finalmente una storia di genere che ha fornito nuove interpretazioni sulla lotta di libera
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* Intellettuali e personalità che pubblicamente sostennero le leggi razziali Alcune fonti riportano un elenco di personalità stilato da alcuni storici e giornalisti, tra cui il saggista Franco Cuomo nel libro I Dieci. Chi erano gli scienziati italiani firmatari del manifesto della razza che aderirono ufficialmente al manifesto oppure sostennero pubblicamente le leggi razziali fasciste. I più noti sono: * Giacomo Acerbo * Dino Alfieri * Giorgio Almirante * Ermanno Amicucci * Mario Appelius * Gaetano Azzariti * Pietro Badoglio * Piero Bargellini * Gino Boccasile * Carlo Borsani * Giuseppe Bottai * Guido Buffarini Guidi * Luigi Cabrini * Emilio Canevari[6] * Aldo Capasso * Giovanni Cazzani * Luigi Chiarini * Tullio Cianetti * Galeazzo Ciano * Giuseppe Cocchiara * Gioacchino Colizzi * Carlo Cossio * Carlo Costamagna * Alfredo Cucco * Pier Lorenzo De Vita * Ludovico di Caporiacco
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Le leggi razziali fasciste sono un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi (leggi, ordinanze, circolari, ecc.) che vennero varati in Italia fra il 1938 e il primo quinquennio degli anni quaranta, inizialmente dal regime fascista e poi dalla Repubblica Sociale Italiana, rivolti prevalentemente – ma non solo – contro le persone di religione ebraica. Furono lette per la prima volta il 18 settembre 1938 a Trieste da Benito Mussolini dal balcone del Municipio in occasione della sua visita alla città. Testo del Manifesto,poi pubblicato il 5 agosto 1938 « Il ministro segretario del partito ha ricevuto, il 26 luglio XVI, un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università italiane, che hanno, sotto l'egida del Ministero della Cultura Popolare, redatto o aderito, alle proposizioni che fissano le basi del razzismo fascista. 1. LE RAZZE UMANE ESISTONO. La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenom