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Visualizzazione dei post da ottobre, 2011
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L'attentato di Anteo Zamboni E', come oggi, una domenica il 31 ottobre del 1926, quando il capo del governo, Benito Mussolini, a bordo dell'auto di rappresentanza - la famosa Fiat Torpedo nera - arriva a Bologna per inaugurare lo Stadio del Littoriale, oggi intitolato a Renato Dall'Ara e teatro delle partite casalinghe del Bologna FC. E' una giornata di sole, e nella retorica del regime, quello delle grandi missioni e delle grandi opere, Mussolini è in alta uniforme e con la fascia dell'Ordine Mauriziano, lieto e pronto al taglio del nastro, L'automobile percorre sicura via Rizzoli e poi via Indipendenza, giungendo all'Arena del Sole. E' in quel momento, che tra la folla riecheggia un colpo di pistola, uno solo, che sfiora il Primo ministro, il guidatore - Leandro Arpinati, uomo del PNF a Bologna - ed il gerarca Dino Grandi. Il proiettile non ferisce nessuno, sfiora solo l'uniforme di Mussolini, che ordina ad Arpinati di accelerare e fuggire: nel
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Mercoledì 1 Novembre 1922 | I padroni d'Italia Il re d’ Italia è Vittorio Emanuele III Il presidente del Senato è Tommaso Tittoni Il presidente della Camera è Enrico De Nicola Il presidente del Consiglio è Benito Mussolini Il ministro degli Interni è Benito Mussolini Il ministro degli Esteri è Benito Mussolini Il ministro di Grazia e giustizia è Aldo Oviglio Il ministro della Marina è Amm. Paolo Thaon Di Revel Il ministro della Guerra è Gen. Armando Diaz Il ministro delle Finanze è Alberto De Stefani Il ministro del Tesoro è Vincenzo Tangorra Il ministro dell’ Agricoltura è Achille Visocchi Il ministro dell’ Agricoltura è Giuseppe De Capitani D’Arzago Il ministro della Pubblica istruzione è Giovanni Gentile Il ministro dei Lavori pubblici è Gabriello Carnazza Il ministro delle Poste e telecomunicazioni è Giovanni A. Colonna Di Cesar Il ministro del Lavoro è Stefano Cavazzoni Il presidente di Confindustria è Raimondo Targetti L’ amministratore delegato della Fiat è Giovanni Agnelli
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IL 31 OTTOBRE DEL 1922 MUSSOLINI E' NOMINATO CAPO DEL GOVERNO:INIZIA IL VENTENNIO FASCISTA Lo schema illustra la composizione del Governo che Mussolini consegnò al Re dopo la Marcia su Roma, che sarà formalmente costituito il 31 ottobre 1922. Mussolini si era rivolto agli uomini della destra e della sinistra (esclusa l’estrema) e i rispettivi gruppi che non avevano fatto alcuna opposizione né avevano posto condizioni per l’entrata dei loro. La collaborazione al ministero di Mussolini più spiccata fu quella dei democratico – sociali di cui entrò addirittura il capo (Colonna di Cesarò - alle Poste). Anche il partito popolare si mostrò favorevole alla collaborazione, ritenuta utile per la pacificazione e lo sviluppo delle organizzazioni bianche, dando loro due portafogli. Il gruppo fascista era rappresentato con due portafogli, il gruppo nazionalista con altri due ministeri, presenti anche un salandriano e un giolittiano, oltre dei combattenti in congedo (Guerra e Marina) per assicura
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Nel segno della libertà A palazzo Binelli il convegno sul legame tra anarchia e Carrara CARRARA. La morte del re Umberto I per mano di Gaetano Bresci quale ponte tra il vecchio ed il nuovo corso del movimento anarchico è stato l’argomento del convegno “Nel fosco fin del secolo morente, l’anarchismo italiano dai monti di Carrara al regicidio di Monza”, organizzato a Palazzo Binelli dalla fondazione “Berti” e dalla fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Prima tentativi insurrezionali legati ad un crescente disagio sociale con i moti carrarini, di Ancona e Milano, poi la svolta in senso libertario. Dopo l’evento di Monza, nella storia dell’anarchismo - si è aggiunto nel corso del convegno - cambia la strategia operativa. A Carrara ed in altre città nascono le Camere del Lavoro ed assieme si concretizzano le manifestazioni di sciopero proprio verso la decisione del loro scioglimento da parte delle istituzioni, culminando con quello nazionale di Monza. Uno stacco netto attraverso l’utili
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I rapporti top secret inviati a LondraFino all'articolo del "Financial Times" alla vigilia dell'incidente aereo: "Se ne deve andare" di FILIPPO CECCARELLI Enrico Mattei L'UOMO CHE guardava al futuro: con questo titolo,andò in onda su Rai Uno la fiction su Enrico Mattei. Ma ai suoi tempi, per i sussiegosi e pragmatici funzionari della diplomazia britannica, più che guardare al futuro il capo dell'Eni era l'uomo che intralciava il loro presente. Anzi, seriamente e decisamente lo minacciava. Fino al punto di...? Alt, no, questo non si può dire. Anche se il cospicuo dossier arrivato in Italia include carte a loro modo profetiche - tipo la fotocopia di un articolo del Financial Times che a due giorni dalla morte di Mattei si chiede se questi "dovrà andarsene" (Will signor Mattei have to go?) - i documenti recuperati da Mario J. Cereghino negli archivi britannici non autorizzano forzature, né automatismi cospirativi. Eppure, a meno di tre me
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Chi ha ucciso Enrico Mattei? tratto da Rinascita www.rinascita.info Enrico Mattei fu assassinato, il suo caso insabbiato, i testimoni messi a tacere. Ma una cosa è certa: l’aereo su cui viaggiava il presidente dell’ENI e che cadde la sera del 27 ottobre 1962 a Bascapé, alle porte di Milano, fu sabotato. Era un uomo che dava molto fastidio. La strategia di Mattei era volta a spezzare il monopolio delle “sette sorelle”, non soltanto per il tornaconto del nostro ente petrolifero, ma anche per stabilire rapporti nuovi tra i paesi industrializzati e i fornitori di materie prime. Una strategia semplicemente inaccettabile per le grandi compagnie petrolifere che si spartiscono le ricchezze del mondo. Dall’inchiesta della Procura di Pavia, riaperta a metà degli anni ‘90, risulta inoltre evidente che l’insabbiamento di quel crimine fu diretto dai vertici dei servizi. Per il sostituto procuratore di Pavia Vincenzo Calia il fondatore dell’ENI fu “inequivocabilmente” vittima di un attentato. Vince
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La strage di Marzabotto Marzabotto, perché l’eccidio rimase impunito Per la strage pagò solo Reder, gli altri responsabili non furono processati anche se erano noti Quello che la memoria collettiva indica come «eccidio di Marzabotto» è in realtà costituito da uno stillicidio di stragi, culminato tra il 29 settembre e l'inizio dell'ottobre 1944 nel massacro di diverse centinaia di civili, 189 dei quali erano minori di 12 anni. A partire dall'ultima settimana del maggio 1944 reparti militari germanici misero a ferro e fuoco, in sei grandi rastrellamenti nell'arco di quattro mesi, villaggi e case sparse dell'ampia zona appenninica di Marzabotto, nell'intento di fare terra bruciata attorno ai gruppi partigiani. Quelle operazioni di spietata «guerra ai civili», pur preparate meticolosamente sul piano militare e indirizzate contro nuclei di guerriglieri, si sfilacciavano ogni volta in una sequela di fucilazioni e di violenze contro pacifici contadini, coi tratti dell&
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Promossa dalla Fondazione “Berti” LA “GIORNATA DEL CARABINIERE” AL CAMPO DEGLI EROI CASCIANA TERME - Un pressante invito alle Istituzioni nazionali affinchè valutino attentamente l’ipotesi di ridimensionare il numero delle Stazioni dei Carabinieri in Italia, nell’ambito di un previsto abbattimento dei costi di gestione, viene dal Campo degli Eroi,dove si è svolta la consueta “Giornata del Carabiniere”. A lanciarlo è stata la Fondazione “Angiolo e Maria Teresa Berti”, ricordando in proposito una frase dello stesso Berti:” Per cancellare una Stazione dei Carabinieri bastano soltanto pochi minuti. Ma servirebbero invece anni per contrastare efficacemente la conseguente crescita della criminalità, dovuta all’assenza di un capillare controllo del territorio”. All’incontro, ormai divenuto tradizionale,hanno preso parte i Carabinieri della Stazione di Casciana Terme, coordinati dal Maresciallo Bruno Gambini,che ha in particolare portato il saluto del Comandante la Compagnia di Pontedera,