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Visualizzazione dei post da 2011
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La storia della famiglia Cervi Conosciamo la storia della famiglia Cervi solo a partire dal padre di Alcide, Agostino Cervi. La famiglia Cervi dal 1893 lavora a mezzadria un podere in località Tagliavino di Campegine. Nel 1869 Agostino è uno dei protagonisti dei moti contro la tassa sul macinato, e passa sei mesi in carcere. Agostino Cervi e Virginia, sua moglie, hanno quattro figli: Pietro, Emilio, Alcide ed Ettore che è stato adottato. Nel 1899 Alcide Cervi sposa Genoeffa Cocconi di due anni più giovane di lui e tra il 1901 e il 1921 nascono nove figli, sette maschi e due femmine: Gelindo, Antenore, Diomira, Aldo, Ferdinando, Rina, Agostino, Ovidio ed Ettore. Nel 1920 Alcide Cervi esce dalla famiglia patriarcale del padre Agostino per formare la propria, e si trasferisce su un fondo a Olmo di Gattatico. Nel 1925 la sua famiglia si sposta su un fondo in località Quartieri, nella tenuta Valle Re di proprietà della contessa Levi SottoCasa, nel comune di Campegine. Nel 1934 Alcide Cerv
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Ufficiale e gentiluomo Salvava gli equipaggi delle navi che affondava Gian Ugo Berti LIVORNO. Il 14 dicembre 1942 moriva davanti alla costa tunisina Salvatore Todaro, capitano di corvetta, a bordo del motopeschereccio Cefalo, colpito da una raffica di mitragliatrice esplosa da un aereo inglese. Aveva 34 anni. Siciliano di nascita, Todaro era legato a Livorno non solo per aver frequentato l’Accademia Navale dal 1923 al 1927, uscendone col grado di guardiamarina, ma anche per aver sposato nel 1933 una livornese, Rina Anichini, da cui ebbe due figli Gian Luigi e Graziella Marina. E’ passato alla storia della Marina Militare con vari appellativi, il “gentiluomo del mare”, il “don Chisciotte del mare”, il “sacerdote del mare”, riconducibili però ad unico concetto, quello della sua umanità: salvare l’equipaggio della nave affondata, sempre e comunque, contro le regole della guerra che imponevano al contrario d’abbandonare i naufraghi al loro destino. Furono più d’uno simili episodi, por
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la giornata del "Giovin Signore" il messaggio di Giuseppe Parini di Domenico Letizia La cultura riformatrice dell’Illuminismo lombardo influì decisamente sulla personalità di Giuseppe Parini. L’istanza di un radicale rinnovamento morale e di una letteratura vicina alle tematiche sociali e politiche fecero infatti del Parini un sostenitore del movimento lombardo e viceversa, pur se con le dovute differenziazioni. L’opera più importante del Parini è rappresentata dal “Il Giorno”, un poemetto che comprende le sezioni del “il Mattino”, “il Mezzogiorno”, “il Vespro” e “la Notte”. Il poeta vi descrive lo svolgersi di una giornata di un “giovin signore” soffermandosi e con pungente satira su tutti i più minuti particolari. Parini descrive di una giornata monotona, tutte le giornate del giovin signore sono uguali e disutili. Il poeta non descrive in modo minuzioso solo le azioni del giovane nobile ma ne descrive anche l’atteggiamento morale di tali azioni. Il comportamento del gio
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Ferruccio Parri, nome di battaglia "Maurizio" Nato a Pinerolo (TO) nel 1890, professore di lettere, giornalista. Durante il conflitto 1915-18 è ferito quattro volte al fronte; merita due promozioni sul campo e tre decorazioni; è associato all'ufficio operativo del comando supremo dell'esercito. Dopo la fine del conflitto si trasferisce a Milano, dove è insegnante al Liceo Parini di Milano e redattore del "Corriere della sera". Aderisce a Giustizia e Libertà e nel '26 con Carlo Rosselli organizza l'espatrio clandestino del leader socialista Filippo Turati. Turati, Carlo Rosselli, Pertini e Parri Più volte arrestato e confinato a Ustica e Lipari, rifiuta la domanda di grazia. Nel 1930 è nuovamente assegnato al confino per 5 anni unitamente ad altri esponenti del movimento antifascista Giustizia e Libertà. Promotore del Partito d'Azione (PdA), partecipa alla Resistenza con il nome di battaglia di "Maurizio" e rappresenta il PdA nel Com
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I dimenticati:tra i grandi che si ricordano come vittime degli anni di piombo ,ci sono decine di dimenticati,nè eroi nè volontari al sacrificio,semplicemente ignare persone ,sempre di umile estrazione che si trovarono per caso nel passaggio della STORIA.OGGI,(MA CHI LO RICORDA?)moriva Romiti,un poliziotto .Era il 1979. Fu assassinato da un commando di terroristi delle Brigate Rosse il 7 dicembre in via Casilina, nel quartiere romano di Torre Spaccata. Il maresciallo Romiti era responsabile da circa 11 anni della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato Centocelle. Il mattino del 7 Dicembre, intorno alle 7,45 si stava dirigendo a piedi verso la fermata dell’autobus che lo avrebbe portato al Tribunale di Roma, dove avrebbe dovuto testimoniare in un processo. Poco prima di raggiungere la fermata da dietro un muretto sbucarono 3-4 giovani armati di pistola che aprirono il fuoco contro il poliziotto, ferendolo mortalmente. Prima di fuggire uno dei terroristi gli sparò un colpo di
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IL PROCESSO DI NORIMBERGA IL TERZO REICH MUORE IN PALESTRA di Enzo Biagi Sono passati tanti anni, 20 novembre 1945. A Norimberga molte case erano senza muri esterni; si vedevano letti, armadi, cucine. Gran parte della gente viveva negli scantinati. C'erano montagne di macerie che il gelido inverno tedesco copriva di neve. Racconta Kenneth Mattews, corrispondente della BBC, che sui marciapiedi vagavano Fräulein disperate, pronte ad offrirsi per un pacchetto di sigarette. I giornalisti erano alloggiati allo Schloss Faber, un castello che apparteneva a quei signori delle matite: dormivano tutti in uno stanzone; i giudici stavano al Grand Hotel, sistemato alla svelta dai genieri. Gli imputati erano ventiquattro: tre, però, mancavano all'appello. Il dottor Robert Ley, capo del Fronte del lavoro, si era impiccato, con un pezzo di lenzuolo, allo scarico d'acqua del gabinetto; di Martin Bormann non si è più saputo nulla, scomparso nel disastro di Berlino; Gustav Krupp era
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La Prima Guerra MondialeIL RUOLO DEL CORRIERE DELLA SERA Il ruolo del Corriere della Sera fu determinante nel favorire l’intervento italiano alla Grande Guerra, ed è ancora oggi argomento controverso tra critici e storici. Inizialmente il sostegno del giornale alla parte interventista non era affatto scontato. Il direttore, Luigi Albertini, in una lettera del 7 maggio del 1914 scriveva : “Noi che siamo sempre stati triplicisti, noi che ripetutamente siamo stati accusati di austrofilia, se un bel giorno non abbiamo ritegno e lanciamo contro l’Austria grida così acute, possiamo creare una situazione veramente gravissima” . Di contro alle riserve di Alberini vi era l’opzione esplicitamente nazionalistica di collaboratori autorevoli, primo tra tutti Gabriele D’Annunzio. Il pluralismo di opinioni si esaurì quando Alberini decise di si schierarsi a favore dell’intervento, a fianco di Francia e Inghilterra. Quando l’Italia entrò in guerra, il Corriere della Sera dimostrò il suo appoggio alla
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Irena Sendler Poco tempo fa è venuta a mancare una signora di 98 anni di nome Irena. Durante la seconda guerra mondiale, Irena, ha ottenuto il permesso di lavorare nel ghetto di Varsavia, come Idraulica specialista. Aveva un 'ulteriore motivo'. Era al corrente dei piani che i nazisti avevano per gli ebrei (essendo tedesca). Irena portò in salvo migliaia di neonati nascondendoli nel fondo della sua cassetta degli attrezzi che trasportava nel retro del suo camion.I bambini più grandi li nascondeva in un sacco di iuta ... Teneva anche un cane nel retro del camion, che aveva addestrato ad abbaiare quando i soldati nazistientravano ed uscivano dal ghetto.I soldati, naturalmente, temevano il cane, inoltre il suo latrato copriva il pianto dei bambini. Durante tutto questo tempo, è riuscita a salvare 2500 tra bambini e neonati. Fu catturata, e i nazisti le ruppero entrambe le gambe e le braccia picchiandola selvaggiamente. Irena aveva un registro dei nomi di tutti i ragazzi che cla
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UN OMAGGIO A PASOLINI nell'anniversario dela morte "Pagine corsare" INVITO ALLA LETTURA. BRANI DALLE OPERE DI DA Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini Einaudi, Torino 1972 (appendici) Il metodo di lavoro già in "Città aperta", 7-8 aprile-maggio 1958 Il fatto che leggendo frammenti e pagine da Una vita violenta si possa pensare di trovarsi di fronte a frammenti o pagine di Ragazzi di vita non è casuale: significa che il paradigma, lo spitzeriano periodo-campione, è lo stesso, e che quindi stilisticamente non c’è soluzione di continuità. E se non c’è trasformazione stilistica non ci sarà neppure più trasformazione interna, psicologica e ideologica. Infatti ho pensato contemporaneamente tre romanzi, Ragazzi di vita, Una vita violenta e Il Rio della grana (titolo questo, provvisorio, forse sostituito da La città dl Dio) negli stessi mesi, negli stessi anni e insieme li ho maturati e elaborati. La sola differenza è che Ragazzi di vita è scritto per intero e fis
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L'attentato di Anteo Zamboni E', come oggi, una domenica il 31 ottobre del 1926, quando il capo del governo, Benito Mussolini, a bordo dell'auto di rappresentanza - la famosa Fiat Torpedo nera - arriva a Bologna per inaugurare lo Stadio del Littoriale, oggi intitolato a Renato Dall'Ara e teatro delle partite casalinghe del Bologna FC. E' una giornata di sole, e nella retorica del regime, quello delle grandi missioni e delle grandi opere, Mussolini è in alta uniforme e con la fascia dell'Ordine Mauriziano, lieto e pronto al taglio del nastro, L'automobile percorre sicura via Rizzoli e poi via Indipendenza, giungendo all'Arena del Sole. E' in quel momento, che tra la folla riecheggia un colpo di pistola, uno solo, che sfiora il Primo ministro, il guidatore - Leandro Arpinati, uomo del PNF a Bologna - ed il gerarca Dino Grandi. Il proiettile non ferisce nessuno, sfiora solo l'uniforme di Mussolini, che ordina ad Arpinati di accelerare e fuggire: nel
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Mercoledì 1 Novembre 1922 | I padroni d'Italia Il re d’ Italia è Vittorio Emanuele III Il presidente del Senato è Tommaso Tittoni Il presidente della Camera è Enrico De Nicola Il presidente del Consiglio è Benito Mussolini Il ministro degli Interni è Benito Mussolini Il ministro degli Esteri è Benito Mussolini Il ministro di Grazia e giustizia è Aldo Oviglio Il ministro della Marina è Amm. Paolo Thaon Di Revel Il ministro della Guerra è Gen. Armando Diaz Il ministro delle Finanze è Alberto De Stefani Il ministro del Tesoro è Vincenzo Tangorra Il ministro dell’ Agricoltura è Achille Visocchi Il ministro dell’ Agricoltura è Giuseppe De Capitani D’Arzago Il ministro della Pubblica istruzione è Giovanni Gentile Il ministro dei Lavori pubblici è Gabriello Carnazza Il ministro delle Poste e telecomunicazioni è Giovanni A. Colonna Di Cesar Il ministro del Lavoro è Stefano Cavazzoni Il presidente di Confindustria è Raimondo Targetti L’ amministratore delegato della Fiat è Giovanni Agnelli
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IL 31 OTTOBRE DEL 1922 MUSSOLINI E' NOMINATO CAPO DEL GOVERNO:INIZIA IL VENTENNIO FASCISTA Lo schema illustra la composizione del Governo che Mussolini consegnò al Re dopo la Marcia su Roma, che sarà formalmente costituito il 31 ottobre 1922. Mussolini si era rivolto agli uomini della destra e della sinistra (esclusa l’estrema) e i rispettivi gruppi che non avevano fatto alcuna opposizione né avevano posto condizioni per l’entrata dei loro. La collaborazione al ministero di Mussolini più spiccata fu quella dei democratico – sociali di cui entrò addirittura il capo (Colonna di Cesarò - alle Poste). Anche il partito popolare si mostrò favorevole alla collaborazione, ritenuta utile per la pacificazione e lo sviluppo delle organizzazioni bianche, dando loro due portafogli. Il gruppo fascista era rappresentato con due portafogli, il gruppo nazionalista con altri due ministeri, presenti anche un salandriano e un giolittiano, oltre dei combattenti in congedo (Guerra e Marina) per assicura
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Nel segno della libertà A palazzo Binelli il convegno sul legame tra anarchia e Carrara CARRARA. La morte del re Umberto I per mano di Gaetano Bresci quale ponte tra il vecchio ed il nuovo corso del movimento anarchico è stato l’argomento del convegno “Nel fosco fin del secolo morente, l’anarchismo italiano dai monti di Carrara al regicidio di Monza”, organizzato a Palazzo Binelli dalla fondazione “Berti” e dalla fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Prima tentativi insurrezionali legati ad un crescente disagio sociale con i moti carrarini, di Ancona e Milano, poi la svolta in senso libertario. Dopo l’evento di Monza, nella storia dell’anarchismo - si è aggiunto nel corso del convegno - cambia la strategia operativa. A Carrara ed in altre città nascono le Camere del Lavoro ed assieme si concretizzano le manifestazioni di sciopero proprio verso la decisione del loro scioglimento da parte delle istituzioni, culminando con quello nazionale di Monza. Uno stacco netto attraverso l’utili