SANT’ANNA DI STAZZEMA E MARZABOTTO:ANCHE MUSSOLINI NON SAPEVA
Dagli appunti del giornalista Angiolo Berti, che scrisse testimone di quegli orrori. Cerimonia al Campo defli Eroi


CASCIANA TERME - Mussolini non sapeva delle stragi Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto (estate 1944). A conferma, una sua frase,nei giorni successivi: “E’ una punizione terribile per tutti noi”. Le parole furono riportate in un colloquio alla Questura di Bologna,nel maggio dell’anno dopo, da Giorgio Pini, sottosegretario agli Interni nella Repubblica di Salò, lì interrogato dall’Ufficio Politico. Nell’occasione Pini parlava con Angiolo Berti,giornalista cascinese e redattore del periodico del CLN,Rinascita.
Pini e Berti si conoscevano bene. All’indomani delle voci sulla strage di Stazzema, assieme al prefetto di Bologna Fantozzi ed al giornalista del Resto del Carlino ,Egidio Casabianca, fu inviato dalla Curia Arcivescoivile come persona sopra le parti. Unico impegno: assoluto segreto e riferire soltanto oralmente. A sera , rientrato a Bologna,Pini commentò:”E’ una tragedia orrenda di cui tutti noi dobbiamo vergognarci”.
Berti mantenne il segreto per molti anni ,parlandone poi in esclusiva nel 1997 sul nostro giornale. Oggi, questi fatti sono stati ricordati nell’anniversario delle due stragi, al Campo degli Eroi, in Località Fichino a Casciana Terme, in una cerimonia della Fondazione “Angiolo e Maria Teresa Berti”.
In particolare, si è ricordato, il colloquio fra Berti e Walter Reder,comandante del 16° battaglione della 16° divisione Reichsfhurer,comprovato autore della strage (Il “Monco”, così era soprannominato dalla gente perché privo di una mano. La foto è emblematica del momento in cui una testimone della strage, lo riconosce per il particolare, nell’interrogatorio dei Carabinieri). Una tecnica, sentenziò il Tribunale di Bologna nel 1951,che si imparava nelle scuole militari naziste:annientamento di uomini,animali,incendi di case e stalle.
Nel processo,che vide condannato, Reder fu avvicinato da Berti. Alla domanda:”Perché tutto questo?”,una risposta sottovoce:”Era un ordine”. Incalzante Berti aggiunse:” Ma perché donne,vecchi e bambini?” Reder abbassò gli occhi e non aggiunse altro. “Una tragica testimonianza, fu la riflessione di Berti, della follia di un uomo,ma soprattutto di un popolo che lo aveva seguito senza batter ciglio nella sua ferocia distruttiva”.
GIAN UGO BERTI

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