La Battaglia di Montelungo



Dopo lo sbarco a Salerno del 9 settembre 1943 dei due corpi d’armata, americano e inglese della Vª armata, rispettivamente il VI° e il X°, gli alleati con al comando il generale statunitense Mark W. Clark, avevano sostenuto duri combattimenti contro i tedeschi ed erano riusciti a congiungersi con l’VIIIª armata di Montgomery risalita dalla Calabria dopo lo sbarco a Reggio del 3 settembre. Napoli era stata occupata il 1° ottobre senza trovare opposizione, grazie alla rivolta dei napoletani contro i tedeschi.

I problemi per gli alleati iniziarono quando incapparono nella prima delle linee di resistenza predisposte dai tedeschi. La prima di queste linee partiva dalla riva destra del fiume Volturno, partendo dalla sua foce sul Tirreno e passando di fronte a Caiazzo, Telese, Campobasso per proseguire verso Termoli sulla costa adriatica. Questa linea venne superata dagli americani tra il 12 e il 13 ottobre a Caiazzo, poco sopra Caserta.

La successiva linea di resistenza era la Linea Barbara che, partendo da sud di Vasto sull’Adriatico si ricongiungeva con la Linea Bernhard a Colli al Volturno per distaccarsene a Venafro e continuare a sud del fiume Garigliano, sino a terminare all’altezza di Mondragone sul Tirreno. La linea Bernhard partiva dalla foce del Garigliano, passava per Mignano e proseguiva per Colli al Volturno. Toccava Palena e arrivava all’Adriatico. Qui gli americani, era il 15 novembre 1943, si trovarono a doversi fermare per l’aumento della resistenza tedesca che utilizzava ogni appiglio tattico per effettuare azioni di retroguardia con piccoli reparti. Vennero distrutti parecchi edifici che controllavano le vie di comunicazione per fungere da ostruzioni. Punto di forza della Linea Bernhard, che precedeva di pochi chilometri a sud la Linea Gustav, era la stretta di Monte Lungo, attraverso la quale passava la strada statale n°6 Casilina. Monte Lungo si trova al centro di due importanti rilievi montuosi, i massicci del Camino e del Sammucro.

Il terreno su cui preparava la resistenza agli alleati che avanzavano era stato scelto dal generale tedesco Hube, che aveva il comandato il XIV° Corpo d’Armata prima di essere trasferito sul fronte orientale e venire sostituito dal generale Frido von Senger und Etterlin. Hube riteneva la Linea Bernard più favorevole alla difesa di quanto lo fosse la retrostante Linea Gustav. Nei piani degli alleati lo sfondamento della linea d’inverno germanica (Winter Line), così gli alleati avevano ribattezzato la linea che passava per Monte Lungo, era suddiviso in tre fasi: per prima cosa doveva essere forzato il fronte destro tedesco il cui punto di forza era il massiccio del Camino, poi seguita dalla conquista e sgombero delle posizioni tedesche e infine lo sfondamento definitivo al centro lungo la Casilina.

L’attacco venne sferrato dal X° Corpo Britannico che faceva parte della Vª Armata di Clark. I tentativi furono svolti dalla 46ª e 56ª divisione di fanteria. E si conclusero con notevoli perdite inglesi e la ritirata della 15ª divisione granatieri corazzati tedesca. Preso il monte Camino il generale Clark decise di sfondare la linea con un attacco simultaneo che investisse sia Monte Lungo che il Monte Sammucro con l’occupazione del villaggio di S.Pietro. La conquista di questi obiettivi fu affidata alla 36ª divisione di fanteria americana del generale Walker.

Dello sfondamento al centro del fronte fu incaricato il Primo Raggruppamento Motorizzato Italiano. Questa unità era nata nell’Italia meridionale nella zona di Brindisi il 28 settembre 1943, era formata dal LI° Battaglione Bersaglieri, dall’11° Raggruppamento artiglieria dal V° Battaglione controcarro, da una compagnia mista del Genio e dei Servizi il tutto per un totale di 5300 uomini al comndo del generale Vincenzo Dafino. Verso la fine di ottobre vennero assegnati il 34° Nucleo chirurgico e il 244° ospedale da campo provenienti dalla divisione Legnano. Gli equipaggiamenti e l’armamento erano quelli standard del regio Esercito. Le artiglierie erano costituite dai pezzi da 75/18, 100/22, 105/28. Nel mese di novembre del 1943 il Raggruppamento fu messo a disposizione del II° Corpo della Vª Armata Americana. Il 6 dicembre 1943 il Primo Raggruppamento Motorizzato mosse da Avellino per avvicinarsi alla Winter Line.

Il reparto italiano era alle dipendenze del II° Corpo d’Armata americano del generale Keyes, comprendente anche la 3ª e la 36ª divisione di fanteria USA. Di fronte alla forza italiana si trovava la 23ª divisione Granatieri Corazzati tedesca, un’unità molto esperta che si era già contraddistinta in Sicilia, Calabria e a Salerno. La sera del 7 dicembre l’attacco italiano fu preceduto dalle prime azioni americane sul fronte di S.Pietro e del monte Sammucro. Le truppe italiane all’alba dell’8 dicembre iniziarono una lenta avanzata verso “quota 253”. La nebbia e l’oscurità portarono una certa disorganizzazione dei reparti e ne approfittarono i tedeschi per organizzare la difesa coprendo le vie di approccio con un nutrito fuoco di mitragliatrici. Ma prima che gli italiani potessero consolidarsi sul terreno i tedeschi iniziarono un contrattacco. Frastornati dalla rapidità della manovra tedesca e sfiancati dalla corsa in salita gli italiani cominciarono a ritirarsi. All’attacco parteciparono circa 1600 uomini e le perdite furono di 47 morti, 102 feriti e 151 dispersi. I motivi del fallimento erano dovuti al fatto che Monte Lungo era difeso più pesantemente di quanto non si fosse ipotizzato. Dopo l’insuccesso il morale tra le truppe si era molto abbassato e si registrarono 50 diserzioni nel LI° Battaglione Bersaglieri. Dopo il primo insuccesso venne ideato un secondo attacco. Il 15 dicembre alle ore 17.30 il 142° Reggimento di fanteria americano si mosse. Il 2° Battaglione verso il nord di Monte Lungo mentre il 1° Battaglione si mosse verso il centro di Monte Lungo. Il colle venne occupato alle ore 10.00 del 16.

Quasi contemporaneamente il Primo Raggruppamento Motorizzato scattò all’attacco, alle ore 9.15 del 16, per conquistare “Quota senza indicazione di numero” e la “343”. All’attacco parteciparono il 2° Battaglione fanteria e una compagnia del LI° Bersaglieri. I tedeschi minacciati di accerchiamento da parte degli americani si ritirarono precipitosamente e alle 10.20 le due quote furono occupate dagli italiani. Da parte italiana, nell’ultimo combattimento per Monte Lungo si registrarono 6 morti e 30 feriti. La caduta di Monte Lungo costrinse i tedeschi ad abbandonare la linea difensiva a S. Pietro Infine.

(a cura di Fabio Mosca)


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