L'eccidio del Padule di Fucecchio, una strage a lungo dimenticata

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Il 23 agosto 1944 morivano 175 innocenti per mano nazi-fascista nella valle del Padule. A settembre un processo sottoporrà a giudizio quattro dei soldati tedeschi che presero parte alla strage
Uno dei bassorilievi che adornano il monumento in memoria dei caduti del Padule di Fucecchio Seconda solo alla strage di Sant'Anna di Stazzema, l'eccidio della valle del Padule di Fucecchio rappresenta ancora una ferita aperta. Una lunga scia di ricordi indicibili lega il presente di questa zona, e i pochissimi sopravvissuti in grado di testimoniare i fatti, a quel 23 agosto 1944.

Una data indelebile, di quelle intorno alle quali si costruisce una memoria condivisa, e si solidifica il doveroso tabù per un fatto, un avvenimento, che faccia esclamare a tutto il consesso sociale, nessuno escluso: "mai più".

La storia è tristemente nota. Il 23 agosto 1944 il Padule di Fucecchio diventa improvvisamente il teatro di un'azione di guerra dell'esercito tedesco in ritirata. Durante la notte, i militari coordinati dal generale Crasemann delimitano la zona. All'alba, senza che gli sfortunati abitanti avessero il tempo di approntare alcuna difesa, i tedeschi aprono il fuoco. Si tratta di un'esecuzione sommaria che non risparmia nessuno: neonati, giovani madri, uomini inermi, anziani, con l'accusa generica di appartenere ai partigiani e di sosterne le operazioni, vengono brutalmente uccisi.

Alla fine dell'operazione si conteranno ben 175 vittime. Pochissimi i sopravvissuti e tutti per fatalità e coincidenze che a raccontarle oggi sfiorano l'inverosimiglianza, il virtuosismo narrativo. Eppure appartengono all'ordine della storia, quella storia che gli stessi sono stati in grado di riproporre con lucidità e precisione di particolari. Nessuna ricostruzione, nessuna analisi accademica riuscirà mai a spiegare le ragioni dell'azione del Padule di Fucecchio. Ragioni che troppo spesso si riconnettono con le avulse pretese della rappresaglia, con l'epica nera di un brutale sfogo di crudeltà che, sebbene poco coincida con le necessità belliche, riguarda da vicino la qualità disumana del nazi-fascismo.

La strage coinvolge Querce e Massarella, piccole frazioni del comune di Fucecchio, Ponte Buggianese, Castelmertini, Cintolese, Stabbia. Tra i corpi trucidati tanti cittadini dei diversi luoghi citati ma anche, orrore della sorte, molti rifugiati arrivati in campagna per sfuggire i rischi della città in guerra. 62 donne, 25 persone sopra i 60 anni, 16 sotto i 18 anni, 10 sotto i 10 anni, 8 sotto i 2 anni. Tutti da quelle parti ricordano il caso della famiglia Malucchi, originari del Cintolese, che perse nell'eccidio ben 16 membri. Le tre bambine, Norma, Maria e Franca, tutte sotto gli 8 anni d'età, sono diventate il simbolo dell'assurda crudeltà di quella strage.

Tristemente noto l'eccidio del Padule del Fucecchio anche, paradosso indegno, per essere stata a lungo "dimenticato". Solo la scoperta del cosiddetto "armadio della vergogna" - dove dai pirmi anni '60 erano stato archiviate "provvisoriamente" documentazioni fondamentali realtive agli eccidi nazi-fascsiti in Italia durante l'occupazione - ha consentito di avviare le indagini sui fatti intercorsi la notte del 22 e la mattina del 23 agosto 1944.

Lo scorso 5 giugno si è concluso il sopralluogo del pool investigativo sui luoghi della strage. Gli investigatori hanno registrato le testimonianze dei sopravvissuti, studiando a lungo le fasi che hanno condotto alla sanguinosa operazione e le presunte ragioni militari. Ci sono 4 indagati per l'eccidio. Quattro nomi ancora sconosciuti.

Il muro di gomma intorno al Padule, lo spesso silenzio è durato più di mezzo secolo, generato da quella commistione di ragion si stato e cinismo post-bellico che troppo imbarazzo avrebbe generato nelle istituzioni della neonata Repubblica nei confronti di una nazione, la Germania, rientrata negli alleati della Nato, così come nei confronti di quegli stati che l'Italia Fascista stessa aveva occupato e per la quale sarebbe stata interrogata in merito ai crimini commessi.

Quello che oggi è concesso conoscere ai tanti che attendono giustizia è che tre dei quattro indagati hanno già eletto il loro domicilio in Italia e i loro difensori, mentre per il quarto, ancora residente in Germania, sarà necessaria una faticosa rogatoria internazionale.

L'udienza prelilminare è prevista per la seconda metà di settembre presso il Tribunale Militare di Roma, con una quasi certa richiesta di rinvio a giudizio da parte del Pm. La notizia ha raggiunto il Padule di Fucecchio proprio alla vigilia delle commemorazioni. Nella giornata del 23 agosto, alla presenza del procuratore militare Antonino Intelisano, che ha a lungo indagato su quei crimini, si è fatta incisiva e chiara la richiesta di dare assoluta importanza alla memoria dei fatti chiedendo la partecipazione dei livelli più alti dello Stato. Un passaggio necessario perché la vicenda del Padule di Fucecchio diventi un altro, necessario limite invalicabile alla costruzione di una società più giusta e alla conferma che la Repubblica Italiana affonda le sue giovani radici nella condanna e nel rifiuto dal fascismo e dei suoi crimini.

D.Soscia

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