ANGIOLO BERTI
L'uomo che fece dei propri sogni rocce nel tempo.
Angiolo siede sotto il bel porticato della sua casa di campagna.
E' tornato là,nella campagna toscana,dove è nato ,dove sono le sue origini.
Parlascio.il suo paese e quello dei suoi genitori e dei suoi nonni è poco lontano.
La vita l'ha portato altrove ,lontano ,ad altre carriere che non quelle umili della campagna,ma le radici sono ben salde e i suoi sogni sono nati lì ed è lì che li ha voluti riportare.
Il luogo si chiama da sempre Fichino,per quelle denominazioni simboliche che fanno assumere ad un luogo il nome della caratteristica naturale dominante.
Tra antichi alberi di ulivo ,infatti,al Fichino,si stagliano forti e maestosi antichi ed imponenti alberi di fico che sembano dare al luogo quell'anima di eternità ed indistruttibilità.
E' quasi sera e sul crinale della collina di fronte si cominciano ad accendere le luci di Volterra che segnano la strada al sole che di lì a poco calerà sul fianco delle colline.
L'autunno è arrivato e le larghe foglie dei platani del parco si rincorrono ,cadendo come in un'antica danza portate dalla brezza che sempre si leva al tramonto.
Angiolo si guarda attorno quasi ad assorbire immagini:domani torna a Roma,e vuole portare con sè almeno piccole foto che si stampano nella sua mente.
Guarda ed intorno,tutt'intorno ci sono i suoi sogni,i suoi ideali ,le cose per cui ha combattuto ed ha rischiato,i sogni a cui ha dedicato la vita.
I monumenti che lui ha fatto costruire si illuminano ,alla sera,di una luce speciale che sembra dare vita alle pietre.E' "Il Campo degli Eroi",il giardino monumentale che lui ha voluto costruire in quel posto lontano dal mondo.
Ogni monumento è dedicato ad un uomo,ad un popolo,a gente conosciuta e sconosciuta che è morta per difendere la libertà,o è morta ,senza volerlo,per un sopruso della violenza e della sopraffazione della guerra.
Ogni monumento ha un anima ed alla sera è come se i morti facessero sentire le loro voci e chiedessero il perchè.
Eroi senza nome,eroi per caso,eroi che la storia,quella dei libri di scuola tende a dimenticare.
E' a loro che Angiolo ha voluto dare parola e memoria.
Un ultimo sguardo prima di rientrare ,perchè il freddo ora si fa più pungente:uno sguardo di abbraccio ai suoi sogni,a quelli della gioventù e a qelli di ora:libertà,amore,tolleranza,rispetto:quelle rocce dure,quei monoliti semplici ed essenziali come primitive sculture ,sono qualcosa di più di monumenti.
Sono gli ideali di un uomo buono e giusto che si sono fatti roccia per portare la memoria nel tempo.
nella foto:il monumento di Angiolo Berti e Maria Teresa Bertini,sua moglie e compana di ideali
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