GULAG


Solovki


A 65° di latitudine nord, fra il 35° e il 36° meridiano, dal mare gelato si alzano delle isole, chiamate in Russia semplicemente Solovki. L'arcipelago delle Solovki, sorto nei pressi del Circolo polare artico circa 10.000 anni fa in seguito al ritrarsi di un gigantesco ghiacciaio, ha una superficie complessiva di oltre 260 km.² ed è considerato per le sue condizioni climatiche una delle regioni più inospitali del paese.

All'inizio del XV secolo sull'arcipelago fu fondato un monastero ortodosso, noto per la sua rigida regola e per la fiorente economia. Le costruzioni create dal monastero sono capolavori architettonici oggi posti sotto la tutela dell'UNESCO in quanto "Patrimonio dell'Umanità".

Con l'arrivo dei bolscevichi sulle isole, nel 1920, le Solovki si trasformarono in luogo di deportazione per gli oppositori dell'ideologia comunista, e nel 1923 qui venne creato il primo nucleo di quello che poi sarebbe diventato noto col nome di GULag: i lager a destinazione speciale delle Solovki. Qui, lontano da occhi indiscreti, si metteva a punto la pratica delle fucilazioni, l'organizzazione della sorveglianza, si definivano le norme di alimentazione dei detenuti, il loro abbigliamento, la tecnica di sepoltura dei cadaveri, si studiavano le possibilità d'impiego massiccio del lavoro coatto.

La "destinazione speciale" delle Solovki consisteva nel fatto che i prigionieri di questi lager non erano attivi oppositori del potere sovietico (chi scriveva volantini o imbracciava un fucile veniva subito eliminato dai bolscevichi), ma persone che per origine, posizione sociale o cultura erano estranee al potere "operaio e contadino”. L'assoluta maggioranza dei detenuti si trovava alle Solovki su indicazione dell'amministrazione sovietica, e non per decisione di un tribunale. Sulle isole si annientava il patrimonio genetico della nazione; e i primi prigionieri di questi lager furono proprio gli attivisti dei partiti politici che avevano favorito la presa del potere da parte dei bolscevichi.

Le guardie delle Solovki venivano scelte, di regola, fra i condannati che prima dell'arresto avevano prestato servizio nella milizia, negli organi della Sicurezza statale, o avevano militato nel partito comunista. Costoro venivano separati dalla massa dei detenuti, ricevevano un'uniforme e un'arma, e anche la speranza di ottenere uno sconto della pena per il buon lavoro di repressione dell'intelligencija "socialmente estranea". Più tardi queste guardie, istruite alla scuola delle Solovki, divennero dirigenti di lager in tutta l'Unione Sovietica.

Il periodo di formazione del sistema si concluse nel 1929. All'inizio degli anni '30 i lager delle Solovki sulle isole e i loro distaccamenti sulla terraferma ospitavano più di 70.000 detenuti. Il regime di detenzione diventava sempre più duro, e dalla metà degli anni '30 i lager si erano trasformati in carcere punitivo per gli altri campi del continente. Questo periodo della storia dell'arcipelago delle Solovki si concluse con le fucilazioni in massa del 1937, quando furono uccise più di 2.000 persone.

Dal 1937 le Solovki furono trasformate in un penitenziario di regime durissimo, con il quale il "sistema rieducativo" dell'URSS raggiunse il vertice, ma nel contempo entrò in una sorta di vicolo cieco. I due anni di funzionamento di questo carcere, che stroncò la vita di molte migliaia di persone, mostrarono l'insensatezza di quel modo di trattare masse così grandi di detenuti. Alla fine del 1937 la maggioranza dei prigionieri fu trasferita sul continente per essere utilizzata in qualità di forza lavoro gratuita nei "cantieri del socialismo", nei lager dell'Estremo Nord dell'URSS.

Nell'arcipelago delle Solovki e negli altri lager della Carelia sovietica lasciò la vita o parte della vita oltre un milione di detenuti. Non è il numero più alto nell'elenco delle vittime del terrore bolscevico. Ma è accaduto che la parola "Solovki" nella coscienza delle persone divenisse sinonimo della parola "GULag". E non a caso il monumento a tutte le vittime delle repressioni in URSS, eretto oggi di fronte al quartier generale del KGB a Mosca, è la "Pietra delle Solovki", un masso portato nella capitale della Russia dall'ex capitale dei lager.

Ju. Brodskij

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