Una ricerca postuma del giornalista parlamentare Angiolo Berti
GLI EBREI NELL’UNITA’ D’ITALIA
Tre erano deputati d’origine toscana: Sydney Sonnino,Giuseppe Modigliani(fratello del pittore), Leopoldo Franchetti . Il ruolo di Carlo e Nello Rosselli, di padre livornese. “Un contributo storico e morale – scrive – da non dimenticare”.

“Il contributo degli Ebrei alla storia italiana è espressione di una realtà viva da non dimenticare”. Con queste parole inizia uno scritto che Angiolo Berti, giornalista parlamentare, volle dedicare a quei personaggi appartenenti alla Comunità Israelitica protagonisti,anche con il sacrificio della vita,dell’Unità d’Italia. Il carteggio,inedito, è stato ritrovato recentemente fra i documenti della Fondazione a lui intestata, che ha sede a Casciana Terme. “Tra non molto l’Italia compirà 150 anni ( lo scritto risale al 2005,pochi giorni prima cioè della sua scomparsa) e probabilmente non se ne parlerà come invece si dovrebbe. Voglio allora avere l’onore ( così disse all’estensore di queste note) di scriverlo di mio pugno. Certamente non sarà possibile ricordarli tutti e me ne dolgo fin d’ora, ma idealmente è l’impegno storico e morale che m’assumo davanti agli uomini ed agli avvenimenti. Qualcuno penserà poi a divulgarlo”.
“E’ trascorso più di un secolo – così si legge- ma pochi ricorderanno come, nel 1902, i senatori ebrei erano 6 fra i 350 di nomina reale e diventeranno addirittura 19 nel 1922. Tre sono d’origine toscana. Fra i più noti è senz’altro il barone Sidney Sonnino (nacque a Pisa l’11 marzo 1847 e riposa nel castello da lui costruito a Quercianella, in provincia di Livorno ). Fu nominato Ministro delle Finanze e Tesoro dal 1893 al 1896, poi due volte Presidente del Consiglio (1906) e dal 1909 all’anno successivo. Dal 1914 al 1919 fu quindi Ministro degli Esteri. In gioventù, studiò a Firenze e si laureò nel 1865 in Diritto Internazionale all’Università di Pisa.
Nel 1910 ( 31 marzo), è invece nominato Primo Ministro un notissimo parlamentare ebreo,Luigi Luzzatti ( rimarrà in carica fino al 29 marzo 1911),dopo essere stato Ministro del Tesoro e poi dell’Agricoltura,Industria e Commercio. Giurista ed economista, fondò la Banca Popolare di Milano e fu tra i creatori dell’Università Ca’ Foscari a Venezia.
Il 1917 è invece l’anno d’una tragedia: il sociologo Leopoldo Franchetti, senatore conservatore per molti anni nella Destra Storica, nato a Livorno il 31 maggio 1874 e membro di una delle famiglie ebree più note in città fra il 18° secolo ed il 19° secolo, fu tra i primi studiosi parlamentari del “problema Mafia” in Sicilia assieme a Sonnino. Si suicida in seguito alla sconfitta italiana a Caporetto. Ed ancora: Salvatore Barzilai,giornalista irredentista di Trieste risulta eletto deputato per l’ottava volta. Dopo la guerra,farà parte della delegazione italiana alla Conferenza di Versailles. E’ il primo esponente del Partito Repubblicano a rivestire incarichi di Governo ( secondo dicastero Salandra) come Ministro per le Terre Liberate. Ricopre anche la carica di presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (1920).
“Quella che citiamo, aggiunge Berti, è una realtà lunga,ma ben degna di memoria: Ernesto Nathan è sindaco di Roma dal 1904 al 1913. Vive la giovinezza soprattutto a Firenze, è vicino a Felice Cavallotti nell’”Estrema sinistra storica”, successore del livornese Adriano Lemmi, quale Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Come sindaco contrasta la speculazione edilizia,costruisce 150 asili per l’infanzia, poi il Vittoriano, il Palazzo di Giustizia e lo stadio Flaminio. A 70 anni,nel 1915, si arruola ed è il più giovane tenente del nostro esercito”.


Giuseppe Ottolenghi ,nel 1902,è invece il primo militare italiano di religione ebraica ad entrare nel Corpo di Stato Maggiore, poi ad essere nominato Generale ed infine Ministro della Guerra ( Governo Zanardelli). Fra i protagonisti dell’Aventino (Partito Socialista), sono da ricordare gli Ebrei, Claudio Trevès e Giuseppe Emanuele Modigliani. Il primo, socialista riformista, è direttore de L’AVANTI e La Giustizia, perseguitato dal Fascismo ripara all’estero, continuando la sua forte opposizione al Regime. Il secondo,livornese, fratello maggiore del pittore Amedeo, è tra i protagonisti della lotta al Fascismo. Amico di Turati, più volte deputato ( anche nella circoscrizione di Pisa – Livorno),il 16 novembre 1922 interrompe Mussolini in Parlamento, quando parla di “aula bieca e grigia”, gridando “Viva il parlamento”. Eucardio Momigliano,dal canto suo, è noto per una clamorosa circostanza: dopo essere stato “sansepolcrista” ( così vennero chiamati i partecipanti alla riunione di Milano del 23 marzo 1919 al Palazzo degli Esercenti in piazza San Sepolcro, dove il Duce fondò i primi Fasci di Combattimento,trasformati poi nel Partito Nazionale Fascista),abbandona Mussolini dando vita all’”Unione democratica antifascista”. Un altro deputato ebreo, Pio Donati,della Comunità Ebraica di Modena ed eminente personaggio del socialismo modenese, deputato dal 1919 al 1923, aggredito e percosso dagli squadristi,è costretto all’esilio e morirà in seguito in solitudine,a Parigi. “Sono solo ragazzi,non hanno alcuna colpa – confidò al cognato,Enzo Levi, parlando degli aggressori –subiscono il veleno, ma contro di loro non posso avere malanimo”.
Sono inoltre molti i nomi di ebrei indicati – sottolinea ancora – dalla storia politica: a Fiume, con D’Annunzio, c’è Aldo Finzi (poi vice – capo della Polizia sottosegretario agli Interni del Governo “Mussolini” e membro del Gran Consiglio. A lui,il Duce addebitò la colpa dell’omicidio di Matteotti. Finzi lasciò l’incarico. Entrò successivamente nella Resistenza e venne ucciso nell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Il suo nome è in una lapide alla Sinagoga di Roma). E poi ancora,Guido Jung, Ministro delle Finanze di nomina fascista. Contribuì alla nascita dell’IRI, l’Istituto per la Ricostruzione Industriale. Esautorato dal Capo del Governo, parte volontario in Etiopia. Dopo l’8 settembre è ministro nel Governo Badoglio. Ed infine,Maurizio Rava,Governatore della Somalia e Generale della Milizia Fascista. Tra gli amici di Mussolini, la russa Angelica Balabanoff socialista,che lavorò con Mussolini all’Avanti e Margherita Sarfatti,per diversi anni amante di Mussolini, redattrice de Il Popolo d’Italia,conduttrice della rivista “Gerarchia”, autrice della biografia titolata “Dux”( il libro ebbe 17 edizioni). S’allontanò dall’Italia dopo le leggi razziali.
Fra i docenti universitari che rifiutarono fedeltà al fascismo: Giorgio Errera, professore universitario di chimica, rifiutò la nomina a rettore di Pavia perché le nuove leggi lo avrebbero configurato emanazione diretta del Ministro. Giorgio Levi della Vida, di famiglia ferrarese, affermò che contro il Fascismo ogni cittadino avrebbe dovuto assumersi le proprie responsabilità . Vito Volterra che si laurea a Pisa con una tesi d’idrodinamica e poi è docente di Meccanica Razionale. Patriota entusiasta, è tra i fondatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il 1° maggio 1925, il “Manifesto degli Intellettuali” ,redatto da Benedetto Croce e pubblicato sul quotidiano Il Mondo, è sottoscritto da 33 intellettuali ebrei, in risposta a quello degli intellettuali fascisti di Giovanni Gentile. La data (Festa dei Lavoratori) risponde all’altra, 21 Aprile,del Natale di Roma.
L’ebraismo fascista – si legge ancora – s’ispira al Regime nel 1938. Fu una variante della storia,perché nel 1920, il “popolo d’Italia” (direttore Mussolini) fu contrario. Questo un pensiero del quotidiano fascista:”In Italia non si fa assolutamente differenza fra ebrei e non ebrei in tutti i campi,dalla religione alla politica,alle armi,all’economia…”


Poi,dopo qualche incertezza che sarebbe lungo narrare – Berti così conclude – con il 1933 comincia l’antisemitismo fascista. I fratelli Nello e Carlo Rosselli,discendenti di Pellegrino Rosselli, livornese, e Janetta Nathan Rosselli, che tra l’altro ospitarono Mazzini, vennero uccisi il 9 giugno1937 nell’esilio di Parigi a Bagnoles de l’Orne. Furono le formazioni locali d’estrema destra, probabilmente su ordine proveniente dai vertici della gerarchia fascista. Entrambi avevano tra l’altro fondato il periodico antifascista “Giustizia e Libertà”. In via Giuseppe Giusti, a Firenze, le parole incise su una lapide,scritte da Piero Calamandrei,ricordano che in quella casa nacque nel 1925 il primo foglio clandestino antifascista. Entrambi poi combatterono in Spagna. Fra i caduti in quella terra, va ricordato infine Alberto Liuzzi,medaglia d’oro concessa dalla Repubblica.
GIAN UGO BERTI

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