GINO BONICOLI:UN RICORDO CHE DURA ANCORA
88 anni fa l'assassinio nelle campagna pisana.Condannati gli esecutori del diciottenne comunista cascianese,sempre sconosciuti i mandanti assassini. La visita dei presidenti di Camera e Senato. Una lapide lo ricorda al Campo degli Eroi,sede dell Fondazione "Berti".
CASCIANA TERME ( Pisa) – Al tramonto di una giornata di 88 anni fa,in un piccolo borgo della Toscana,Bagni di Casciana (oggi Casciana Terme),un giovane comunista diciottenne,Gino Bonicoli rientrava a casa,nella campagna di Fichino,a pochi chilometri dal centro cittadino. Era stato in paese,con la sua bella coccarda rossa appuntata all'occhiello della giacca. Era un suo modo di esternare idee politicamente ben precise,anche se in modo quasi goliardico e scanzonato. Non era la prima volta. Qualcuno anche bruscamente glielo aveva fatto notare. Proprio quel giorno s'era aggiunta una minaccia. "Toglitela o t'ammazziamo". Gino non aveva dato peso alla cosa,conosceva quelli che lo minacciavano, gente di lì,pensava ad una battuta. Troppo giovane per ipotizzare che la violenza,ancor più acuita dalla politica dei tempi, potesse opprimere anche le idee.
S'incamminò dunque per quella strada di campagna,ignaro di cosa sarebbe stato per lui il futuro, di lì a poco. Aveva fatto tardi e la madre lo aspettava inquieta sull'uscio. Sapeva delle minacce e non vedendolo tornare stava in pensiero.
Aveva fatto caldo quel giorno e Gino camminava adagio,non aveva fretta,per lui la vita era tutta da vivere,con le proprie idee di giovane di campagna, che non amava i soprusi. Mancavano poche decine di metri a casa,dietro la curva, quando se li trovò davanti,tutti e tre.
Fu un attimo e gli saltarono addosso,uno tirò fuori un'arma e gli sparò in bocca. La madre sentì solo il rumore dello colpo. In un attimo presagì la tragedia,corse, a perdifiato,disperata. Lo trovò a terra,in una pozza di sangue. Gli assassini se ne erano già andati via. Fu silenzio tutt'intorno,tragico.
In un piccolo borgo,tutti sanno,nessuno parla e così ci volle molto tempo perché le indagini portassero alla identificazione dei presunti colpevoli. Ci fu un processo,che terminò con la loro assoluzione. La legge la fanno i vincitori ed in quel tempo (siamo nel 1922) non è difficile ipotizzarne le ragioni.
Solo a conflitto bellico finito, dopo tante difficoltà fu celebrato un secondo processo che si concluse con la loro condanna.
Sul luogo dell'agguato venne eretto un cippo a ricordo. Ma a risvegliare la memoria della gente, fu senz'altro la costruzione del "Campo degli Eroi",oggi sede della Fondazione "Angiolo e Maria Teresa Berti". Berti,cascianese di nascita,giornalista parlamentare e cittadino onorario di Casciana per atti di eroismo compiuti a favore della popolazione locale dopo i rastrellamenti nazisti nel 1944, creò nel 1984 una serie di 26 monumeti e lapidi per rammentare chi avesse dato la vita per la libertà di pensiero e d'azione.
Berti sapeva della vicenda e, proprio per le finalità cui si ispirava, dedicò una di queste alla figura di Gino Bonicoli. Il 26 maggio 1990,su espresso invito di Berti,venne a rendere omaggio il presidente della Camera dei Deputati, on.Nilde Iotti. L'anno successivo fu la volta del presidente del Senato, Giobanni Spadolini e via via nel tempo personaggi illustri e gente, tanta gente comune.
Proprio in questi giorni la Fondazione ha ricordato anche i trent'anni dal barbaro assassinio di Walter Tobagi (28 maggio 1980),il giornalista del Corriere della Sera e la visita appunto di Nilde Iotti.
Ricordando Tobagi e Bonicoli,come scrisse sul marmo Angiolo Berti,"Noti gli esecutori,non i mandanti assassini…"Ed il Campo degli Eroi è sempre là, sul poggio, a ricordare perché (è il suo motto) ,"L'oblio è colpa".
GIAN UGO BERTI
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