Un palco, una macchina da presa, un testo…insomma, la vita!”

Nota introduttiva

Vittorio Gassman ha attraversato, nella sua carriera, tutti i generi e i ruoli: drammatico e comico; da attore, regista, autore; in teatro, cinema e televisione. E sempre con grande successo, rappresentando autori classici e moderni, sia in Italia che all’estero.

Pur affondando le proprie radici nella tradizione del teatro classico alto, Gassman ha fatto di tutto per avvicinarvi il grande pubblico. Basti ricordare che il suo Amleto del 1952 superò, con una serie di tutto esaurito, i tre mesi di programmazione nella stessa sala, mentre all’epoca le compagnie cambiavano spettacolo dopo poco repliche.
Fu anche il primo a portare i classici (come Adelchi) in luoghi dove mai erano arrivati, utilizzando nel 1960 un tendone da circo (il T.P.I. - Teatro Popolare Italiano). Solo molti anni dopo avrebbero proliferato gli “innovativi” teatri tenda. Non va dimenticato il suo contributo alla diffusione della poesia, sia classica (Dante, Leopardi) che moderna e contemporanea (i poeti della Beat Generation negli anni Sessanta).

E’ anomalo e curioso che un attore etichettato da sempre come tradizionale abbia apportato così tante innovazioni. E non soltanto in teatro.
Il suo Mattatore televisivo fece molto scalpore all’epoca (1959). Si può affermare che fu rivoluzionario: una sorta di programma-contenitore ante litteram, dove poesia e numeri da circo, linguaggio colto e battuta popolare si alternavano e si fondevano armonicamente.

Anche nel cinema Vittorio Gassman non fu da meno: ai grandi personaggi tragici (come ne Il Sorpasso, Profumo di Donna, La famiglia, La cena) alternava quelli cialtroneschi e popolari (L’armata Brancaleone, La grande guerra, I soliti ignoti) - e sempre con grande successo.

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Cronologia

Sintetizzare in poche righe la vita di Vittorio Gassman è un’impresa pressoché impossibile, tanto è ricco ed intricato l’intreccio delle passioni su cui si è andata sviluppando – passioni strettamente sentimentali e passioni professionali. Diamo di seguito la cronologia delle tappe fondamentali della vita privata e della carriera dell’attore, rimandando alle sue biografie ed autobiografie il lettore che volesse approfondirne la conoscenza (vedi in “bibliografie”nella pagina iniziale).


1922 Vittorio Gassmann - due enne all’anagrafe - nasce a Genova (in località Prato, borgata Struppa) il 1° settembre 1922, secondo figlio di Heinrich, ingegnere edile, di nazionalità tedesca, di Karlsruhe, e di Luisa Ambron, casalinga, di origini toscane.

1927 La famiglia si trasferisce a Palmi Calabro, dove il padre è impegnato in costruzioni antisismiche e l’anno successivo a Roma dove Vittorio abiterà per sempre.

1928 Frequenta la scuola elementare Regina Elena.

1933 Entra al Ginnasio-Liceo Torquato Tasso.

1936 Muore il padre, Heinrich Gassmann.

1939 Vittorio comincia a frequentare la società sportiva Parioli e, in particolare, gioca a pallacanestro. Parteciperà a due campionati di serie A e entrerà anche a far parte della squadra nazionale, disputando alcuni incontri.

1941 Consegue la maturità classica.

Pubblica “Tre tempi di poesia”, Il Sagittario Edizioni, Roma, con una introduzione di Luigi Squarzina.

Si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma. Contemporaneamente la madre, quasi a sua insaputa, lo iscrive all’Accademia nazionale d’Arte Drammatica, diretta da Silvio D’Amico, e frequentata anche da Luigi Squarzina, Carlo Mazzarella e Luciano Salce. Oltre a questi, i suoi amici e colleghi sono Adolfo Celi, Vittorio Caprioli, Nino Dal Fabbro, Mario Landi, Luciano Lucignani, Umberto Magaldi, Neri Mazzocchi.

1941/1942 Scrive con Luciano Salce “L’educazione teatrale”, pubblicato postumo da Gremese Editore, Roma, 2005, a cura di Giacomo Gambetti ed Emanuele Salce.

1943 Dopo due anni abbandona l’Accademia per il suo primo ingaggio teatrale, a Milano, ma prima di partire sposa Nora Ricci, figlia di Renzo Ricci e Margherita Bagni, nipote di Ermete Zacconi.

1945 Il 29 giugno nasce Paola, figlia di Vittorio Gassman e Nora Ricci.

Gli anni successivi sono tutti dedicati al teatro, dove Gassman s’impone tra i maggiori attori della sua generazione, sia nei ruoli drammatici che comici.

1952 Il 28 aprile, a Ciudad Juarez, Messico, pronuncia di divorzio tra Nora Ricci e Gassman. Due ore dopo, Vittorio sposa Shelley Winters.

1953 Il 14 febbraio nasce Vittoria, figlia di Vittorio e Shelley Winters. Ma anche il matrimonio con l’attrice americana non è di lunga durata e l’anno successivo, a Santa Monica, California, si compie il divorzio tra Gassman e Shelley Winters.

1956 Gira e interpreta Keam genio e sregolatezza, suo primo film da regista.

1958-59 Interepreta i film che lo porteranno alla popolarità: I soliti ignoti e La grande guerra, entrambi per la regia di Mario Monicelli.

Sempre nel ’59, orami all’apice della sua carriera teatrale, va in onda la trasmissione televisiva che gli regalerà una popolarità vastissima e quel soprannome che non lo abbandonerà mai più: Il Mattatore.

1960 Vittorio fonda il T.P.I. - Teatro Popolare Italiano, una proposta innovativa per quei tempi: i suoi spettacoli, allestiti in una grande tenda da circo, girano per tutta l’Italia e riscuotono un enorme successo. Il pubblico lo applaude in Adelchi di Manzoni, Orestiade di Eschilo (tradotta appositamente per Gassman da Pasolini), Un marziano a Roma di Flaiano. Suscita critiche e discussioni la sua interpretazione di Questa sera si recita a soggetto di Pirandello.
Conclusasi l’iniziativa del T.P.I., per difficoltà tecniche e di allestimento degli spettacoli, l’attore in questi anni si dedica principalmente al cinema, proseguendo nelle sue proverbiali interpretazioni:

Il sorpasso e I mostri di Dino Risi, rispettivamente del 1962 e 1963.

1965 Il 24 febbraio nasce Alessandro, figlio di Vittorio e diell’attrice Juliette Mayniel.

1966 E’ l’anno dell’ Armata Brancaleone di Mario Monicelli, di cui Gassman dirà:

“… è uno dei miei film prediletti (…) C’era la bellissima invenzione di quel linguaggio e di quel personaggio, una specie di Samurai che ormai tutti conoscono e che è stato, credo, il personaggio che mi ha dato più popolarità, soprattutto nel pubblico giovane e infantile che conta, come è noto, moltissimo. Ci divertimmo. Ci divertimmo molto, così, viaggiando per il viterbese, in Calabria, eccetera e con la sensazione di fare una cosa notevole. E infatti fu un successo pazzesco (…)” –

(brani d’intervista tratta dal volume “Vittorio Gassman”, Giacomo Gambetti, Gremese Editore, Roma 1999).

1968 Gira L’alibi, suo secondo film come regista, firmato anche da Adolfo Celi e Luciano Lucignani; in teatro è il Riccardo III di Shakespeare, per la regia di Ronconi, con le scene di Mario Ceroli.

1970 Veste nuovamente i panni del popolare Brancaleone in Brancaleone alle corociate di Mario Monicelli.

Sposa Diletta D’Andrea, sua compagna per sempre.

1972 E’ alla terza regia cinematografica: Senza famiglia, nullatenenti, crecano affetto, interpretato con Paolo Villaggio.

1973 Mette in scena lo spettacolo-fiume Il trasloco, recital di poesia alternato a improvvisazioni e dibattiti.

1974/1979 Continua in questi anni ad alternare gli impegni cinematografici e teatrali, interpretando personaggi indimenticabili.

Nel 1974 interpreta i film C’eravamo tanto amati di Ettore Scola e Profumo di donna di Dino Risi ed è in teatro con O Cesare o nessuno.

Nel 1976-1977 tiene un seminario teatrale che culmina nella regia e nell’interpretazione di Edipo re,con Lea Massari; è il tenente Drogo nel film Il deserto dei Tartari di Zurlini; il drammatico e doppio protagonista di Anima persa di Risi; porta in teatro Vittrorio Gassman: sette giorni all’asta e Affabulazione di Pier Paolo Pasolini.

Nel 1978 è diretto dal regista americano Robert Altman nel film Un matrimonio e nel ’79 torna a lavorare con Risi in Caro papà. Crea e dirige la “Bottega teatrale” di Firenze, di cui dirà:

“La Bottega l’ho fatta per dodici anni, e credo di avere imparato molto, come succede insegnando (…). Erano venticinque ragazzi e ragazze per anno circa, quindi grosso modo ho avuto a che fare con duecentocinquanta persone. Era una Bottega artigiana e i primi anni era molto viva, anche perché alimentata da gente come Anthony Quinn, e tutti i miei amici italiani, naturalmente: è venuto anche Benigni e poi la Moreau, Jeanne Moreau, che era una vera insegnante che si era innamorata della cosa, ha fatto due o tre cicli. Era una scuola in cui si imparava qualcosa (…)” (brani d’intervista tratta dal volume “Vittorio Gassman”, Giacomo Gambetti, Gremese Editore, Roma 1999).

1980 Il 26 giugno nasce Jacopo, figlio di Vittorio e Diletta D’Andrea

Interpreta il film La terrazza di Ettore Scola.

1981 E’ il protagonista del film di Monicelli Camera d’albergo.

Pubblica il libro “Un grande avvenire dietro le spalle”, Longanesi & C., Milano 1981

1982 Avignone, Festival del teatro alla Corte dei Papi. Recital in più lingue (italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo) di testi classici e contemporanei, con alcuni allievi della Bottega.

Completa il film tutto familiare Di padre in figlio; scritto insieme al figlio Alessandro, interpretato da Vittorio con Alessandro e Jacopo Gassman ed Emanuele Salce. Pellicola che affronta il difficile rapporto genitori/figli e che ha la particolarità di essere stata girata dai Gassman nel corso degli anni.

1983 In teatro, a Parigi, presenta il recital Settimana Gassman ed è a Milano come interprete e regista di Macbeth.

1986/1987 Porta in scena Affabulazione di Pier Paolo Pasolini; e Poesia, la vita, che illustra una giornata simbolica attraverso cinquantatre poesie di autori del Novecento.

Per la regia di Ettore Scola gira La famiglia e con Monicelli I picari.

1990 Pubblica il libro “Memorie del sottoscala”, Longanesi & C., Milano

1992 Pubblica il libro “Mal di parola”, Longanesi & C., Milano

Il 4 luglio, al Porto Vecchio di Genova, sua città natale, “prima” di Ulisse e la balena bianca, che così commenterà anni dopo:

“E lì fu un evento grosso, c’era la pioggia, c’erano i tuoni che mi rispondevano (…) Conosco quasi tutto Melville e lo ritengo un gigante e Moby Dick mi ha accompagnato. E’ un libro simbolico, è una Bibbia laica, e poi mi interessava proprio fare uno spettacolo di respiro internazionale e Dio sa se ci sono riuscito, perché l’abbiamo portato in mezzo mondo: a Parigi, Buenos Aires, Caracas,, l’abbiamo fatto a Siviglia alla grande Expo (…) E’ stata una serie di tutto esaurito, mostruoso, si sarebbe potuto andare avanti per anni. Ma era molto faticoso, molto faticoso. Sì, lì ho capito che forse cominciava ad essere il momento di allontanarmi da questi duelli teatrali (…)” (brani d’intervista tratta dal volume “Vittorio Gassman”, Giacomo Gambetti, Gremese Editore, Roma 1999).

1994 E’ ancora in teatro con Camper.

1996 E’ uno degli interpreti del film Sleepers diretto da Barry Levinson.

Pubblica con Giorgio Soavi il libro “Lettere d’amore sulla bellezza”, Longanesi & C., Milano

1997 Pubblica il libro “Bugie sincere”, Longanesi & C., Milano.

1998/1999 La sua ultima interpretazione cinematografica è nel film di Ettore Scola La cena.

Porta in teatro, per due “serate uniche”, a Palermo e a Roma, l’indimenticabile L’addio del mattatore e Una serata con Vittorio Gassman (parole da dire e da non dire).

29 giugno 2000. E’ il giorno dell’addio del mattatore. Questa volta definitivo.

  

 

  

 

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