18 Marzo 1871 - 28 Maggio 1871 LA COMUNE DI PARIGI

Fuggiremo il riposo
fuggiremo il sonno
Prenderemo al volo
l'alba e la primavera
E prepareremo
giorni e stagioni
A misura dei nostri sogni.

Paul ELUARD (1951)

Siamo nella primavera del 1871.
La guerra Franco-Prussiana, era terminata con la sconfitta della Francia a Sedan e con durissime condizioni di resa. I parigini (avevano subìto l'assedio dei prussiani e resistito per 5 mesi combattendo con le truppe regolari monarchiche nel corpo di volontari armati denominati "Guardia Nazionale"), avevano vissuto anche un cambiamento di regime: la caduta della monarchia e la proclamazione della repubblica. Ma, come spesso accade, tutto si era risolto in un semplice avvicendamento di persone al potere, che appartenevano per lo più alla stessa classe dirigente.
Parigi, quindi, insorse contro il governo centrale e l'Assemblea Nazionale che avevano condotto la Francia al disastro e, animata da un forte orgoglio nazionale, ispirata al blanquismo, al giacobinismo tradizionale e al socialismo anarchico di Proudhon, proclamò la repubblica: era il 28 marzo 1871.
Dopo il crollo dell'impero e dopo la resa alla Prussia di Bismark, la Guardia Nazionale aveva conservato il suo armamento e aveva eletto un comitato centrale. In opposizione al governo Thiers, che aveva sede a Versailles, proprio quando il governo pretese la consegna delle armi e, in particolare, dei cannoni installati sull'altura di Montmartre, si ebbe la rottura definitiva e la proclamazione della Comune rivoluzionaria.
I parigini sperarono che il loro esempio fosse imitato dalle altre città francesi. A Lione, Marsiglia, Tolosa il tentativo però fu facilmente represso. Nonostante l'isolamento i comunardi tentarono diverse riforme radicali: abolirono l'esercito (allora la ferma durava dai 3 ai 5 anni) e lo sostituirono con una struttura armata popolare e volontaria: La Guardia Nazionale.
Fu proclamata la totale separazione dalla chiesa abolendo i privilegi degli ecclesiastici; le fabbriche abbandonate dai padroni furono gestite da cooperative di operai. Fu soppresso il lavoro di notte nei forni e abolita l'istituzione dei sensali del lavoro. Furono occupati gli appartamenti liberi e sospese le sentenze di sfratto e morosità. Furono rimessi ai depositanti tutti gli oggetti del Monte di Pietà che non avessero un valore superiore ai 25 franchi. Ed ancora fu stabilito che gli alti funzionari, come i giudici, fossero eletti e revocabili in qualsiasi momento e fossero retribuiti con salario non superiore a quello di un operaio qualificato. Fu decretata l'abolizione del giuramento politico e professionale...
Questi i principali decreti della Comune a cui si aggiunsero tutti gli altri decreti concernenti i servizi pubblici, l'approvvigionamento di Parigi assediata, le ambulanze, l'assistenza pubblica, la direzione dei musei e della biblioteca, e infine, fu soppressa ogni distinzione tra figli legittimi e naturali, tra sposati e conviventi.
La Comune era orientata verso l'emancipazione completa delle donne che ebbero un ruolo molto importante in questo periodo.
Ecco come le donne della Comune si rivolgono alle donne di Parigi: "Cittadine, sopporteremo più a lungo che la miseria e l'ignoranza facciano dei nostri figli dei nemici, che padre contro figlio, fratello contro fratello, vengano ad uccidersi fra loro sotto i nostri occhi per il capriccio dei nostri oppressori? Cittadine, noi vogliamo essere libere!...".
Poichè i comunardi dovettero organizzare le difese alle previste offensive delle autorità di Versailles, molti di quei progetti non ebbero il tempo di essere attuati. La Comune potè realizzare solo iniziative simboliche come l'incendio della ghigliottina sotto la statua di Voltaire e l'abbattimento della colonna Vendome, costruita con il bronzo fuso dei cannoni di Napoleone, e quindi simbolo dell'imperialismo e del militarismo. Intanto il governo Thiers ottenne dal vecchio nemico Bismark la restituzione dei prigionieri di guerra e li riorganizzò in vista della repressione.
Alla fine del mese di maggio, decine di migliaia di soldati comandati dal generale Mac Mahon, gli stessi che si erano arresi ai nemici prussiani, sferrarono un attacco, decisivo, contro Parigi e in una settimana (21 - 28 maggio), ricordata come "Settimana di sangue", riuscirono a sconfiggere i comunardi.
Decine di migliaia furono i morti. Al cimitero di Père-Lachaise circa 5000 persone furono fucilate in un sol giorno. Decine di migliaia i condannati e i deportati. Per tutti ricordiamo Louise Michel che continuerà a far parlare di sè...
Il 28 maggio, dopo solo 71 giorni, terminò un esperimento di società diversa che influenzò profondamente i tentativi rivoluzionari successivi... La Comune, per l'importanza e la universalità dei principi cui si ispirò, per il lungo assedio che sostenne, per il numero delle vittime, e per l'orrore delle rappresaglie, può certo considerarsi come uno dei più audaci tentativi che le classi subalterne abbiano mai fatto per emanciparsi.
Pietro Kropotkin individuò tuttavia alcuni errori commessi e così scrisse: "La Comune non poteva essere che un abbozzo iniziale. Nata alla fine della guerra, accerchiata da due eserciti pronti a darsi una mano per schiacciare il popolo, essa non osò lanciarsi interamente sulla via della rivoluzione economica perchè non procedette all'espropriazione dei capitali... e perchè non spezzò neppure la tradizione dello Stato... ma è certo che se la Comune di Parigi avesse vissuto qualche mese ancora, sarebbe stata spinta inevitabilmente, per la forza delle cose, verso queste due rivoluzioni..."
Louise Michel, durante il viaggio in cui fu portata come prigioniera in Nuova Caledonia, ebbe modo di riflettere su quella formidabile esperienza vissuta: il passaggio in pochi mesi di tre forme di potere differenti: monarchia, repubblica, stato proletario. E scrisse: "...Dato che paragonavo continuamente le cose, gli avvenimenti e le persone e perchè ho visto i nostri compagni all'opera, sono arrivata ben presto alla conclusione che addirittura gli onesti, una volta al potere, sono tanto incompetenti quanto i bricconi dannosi e vedevo l'impossibilità che mai la libertà potesse associarsi con un potere, di qualsiasi natura esso fosse stato. Sentivo che una rivoluzione che avesse preso una forma governativa qualsiasi, non sarebbe stata che un'apparenza ingannevole". E terminava il suo pensiero dicendo: "...Il potere è maledetto, ecco perchè, io sono anarchica...".
Dopo questa esperienza Parigi è stata sventrata con interventi urbanistici radicali: strade larghe per rendere difficile il blocco con barricate. Tutte le altre metropoli europee hanno adottato simili "accorgimenti"..., uno dei tanti sviluppati dalla logica del dominio e del controllo sociale.
A Louise Michel, anarchica, sono stati dedicati una stazione del metrò, monumenti... francobolli commemorativi. Evidentemente perchè è un personaggio indimenticabile della storia e della cultura popolare e il potere ha bisogno di creare miti per sostenersi e nello stesso tempo per neutralizzarne le idee.

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