Creò la Croce Rossa a Casciana Terme
ARTURO BICCHIERINI:IL GRANDE DIMENTICATO
Dopo 23 anni dalla morte,niente lo ricorda. Il "giallo" politico di una strada mai intestata
CASCIANA TERME – Il prossimo 28 luglio avrebbe compiuto 103 anni. Nessuno,se non i familiari,se lo sarebbe ricordato. Ad onor del vero,nessuno sarebbe obbligato a farlo. Spesso però chi fa del bene alla comunità in cui vive,viene presto dimenticato.
Da semplici cronisti lo abbiamo chiesto a tanti cascianesi,ragazzi,adulti e soprattutto anziani:"Chi è stato Arturo Bicchierini?" Da ciascuno un segno d'assenso e poi con determinazione,quasi mossi da campanilistico orgoglio:"Quello che ha creato la Croce Rossa,qui,a Casciana". La risposta è dunque unanime,le parole si sprecano,segno tangibile di un rispetto istintivo e dovuto. Pochi – per la cronaca- lo rammentano nel suo passato di bersagliere.
Eppure,al turista ignaro, nulla in città ricorda l'uomo,né una via,una piazza od altro. Perché? Basta scavare un po' ed una prima verità viene a galla. L'idea in effetti c'era. Molti all'epoca sostenevano una simile iniziativa, ma fu deciso di non farne di nulla perché, a rigor di legge,non erano ancora trascorsi dieci anni dalla scomparsa (Bicchierini si spense nell'agosto del 1990). Superato questo ostacolo burocratico (qualcuno ha sottolineato "un po' troppo" burocratico),ne sorse un secondo.
La strada che avrebbe portato il suo nome era ubicata troppo vicino alla via intitolata a Gino Bonicoli. Secondo il poeta dialettale Trilussa, tutti i morti sono uguali. Eppure, a Casciana – sostiene sempre la leggenda popolare – quando c'entra la politica, pare non sia così. Si sarebbe giunti quindi ad un compromesso:la via venne dedicata al
Corpo dei Bersaglieri,in cui Arturo militò e che valorizzò con numerose iniziative. Niente a che vedere – di fatto – con quanto la stragrande maggioranza dei concittadini lo ricorda ovvero la Croce Rossa,che nacque e vive tutt'ora grazie al suo impegno in anni difficili.
Ed anche per tale motivo,in occasione del 103° anniversario della nascita, il nostro giornale riprende un discorso interrotto e mai sopito,
per rinverdire una memoria storica,ingiustamente e frettolosamente accantonata, forte di testimonianze attendibili e sentite di chi lo ha conosciuto ed apprezzato come uomo ed amico.
Se aveste occasione di visitare i locali della Croce Rossa, vi colpirebbe il motto ideato e seguito da Arturo, "Non fu degno di vivere chi visse sol per sé". In una parola,al servizio degli altri. Come cita una pubblicazione edita nel 1997 dal Comune e dalla Pro Loco, "…dal suo rientro dalla prigionia…fu promotore e protagonista della ricerca, del censimento,dell'esumazione dei caduti in operazioni belliche (prevalentemente tedeschi),avvenute nell'estate del 1944,nel Comune di Bagni di Casciana ed aree limitrofe… L'incontro con i membri dell'Organizzazione internazionale ( un premio specifico)avvenne al caffè Minerva,una mattina di luglio del 1973,ad un'ora imprecisata…
Ed a valanga escono ricordi ed aneddoti. Alfredo Giannoni sciorina la storia della Croce Rossa attraverso i mezzi di soccorso impiegati. Una carrellata nel tempo,dove tutto o quasi parla di un uomo,della volontà a prodigarsi per il prossimo. Giannoni ha però un rammarico:la preoccupazione che ogni cosa vada perduta per l'impossibilità,fino ad oggi,di poter raccogliere tante memorie in un museo.
Più addentro alla personalità di Arturo è il ricordo di Franco Terreni che,accanto a lui dal 1958,come meccanico al Garage Italia,così lo rammenta:" Era un leader,perché manteneva ciò che prometteva e sapeva fare cose che altri non erano in grado di fare. Sapeva chiedere,riscuotendo al contempo stima,fiducia e rispetto. Donava del
suo pur di concretizzare ciò in cui credeva, una struttura che tutelasse la salute dei concittadini. Era un uomo di fede,retto ed orgoglioso."
"Accanto lui – così prosegue – una grande persona,la moglie,una famiglia che lo ha sempre sostenuto e nella quale fermamente credeva". Quindi un particolare inedito:" Come autista, un giorno portò da Livorno un gruppo di villeggianti. Una macchina stracolma per farci entrare tutti. Vicino a lui,una ragazza,così vicina per necessità di spazi,che decise (lo raccontò poi) di guidare sempre in terza marcia,perché non se la sentiva di muovere la mano per mettere la quarta,gesto che avrebbe potuto mettere in imbarazzo la persona. Si chiamava Lidia e,più tardi,divenne sposa devota ed inseparabile".
In sintonia, le parole di Paolo Noceti, che con lui condivise esperienze umane e toccanti:" Un galantuomo che servì Casciana senza compenso alcuno. Uno dei pochi cascianesi veramente bravo".
Ma qualcosa questo breve articolo potrebbe aver smosso. In una dichiarazione, il presidente della Croce Rossa,Luca Desideri, dice che si provvederà a dedicargli una stanza dell'edificio, dopo la prossima ristrutturazione,non potendogli dedicare per regolamento l'intera sede.
E' solo un primo passo,per il secondo, qualcuno rifletta.
GIAN UGO BERTI
Commenti
Posta un commento