BELGIO


 

MARCINELLE

8 AGOSTO :
GIORNATA NAZIONALE DEL SACRIFICIO DEL LAVORO ITALIANO NEL MONDO

Il Governo italiano a recentemente istituito la ricorrenza ufficiale per celebrare e ricordare il sacrificio del lavoro italiano nel mondo scegliendo, e non a caso, il giorno 8 agosto.

Giusta ricorrenza nei confronti di milioni di italiani che per motivi di lavoro, o meglio per poter sopravvivere, hanno lasciato in condizioni disastrose l'Italia per un viaggio (senza ritorno) verso l'ignoto nella speranza di una vita migliore. Ma perché proprio l'8 agosto ?

8 AGOSTO 1956 : MARCINELLE

E' impossibile parlare dei minatori e dell'emigrazione in Belgio senza evocare la miniera del "Bois du Cazier" a Marcinelle, una cittadina mineraria della Vallonia, tristemente conosciuta par la più grande catastrofe mineraria del Belgio in cui perirono 262 minatori (di cui 136 italiani) lasciando 183 vedove e 387 orfani, in una tragedia che scosse le coscienze in Italia ed in Belgio.

L'otto agosto, quei 262 minatori scesero fino a 1035 metri nel pozzo del Bois du Cazier ; un incidente che blocca carrelli nel montacarichi porta alla rottura di un condotto di olio sotto pressione e di alcuni cavi elettrici : è esplosione ed incendio, che divampa furioso nelle gallerie rivestite di legno, alimentato dalla polvere di carbone presente nell'aria, la cui combustione produce il mortale ossido di carbonio. Quando il fuoco giunge al pozzo di ventilazione, le due vie di accesso al fondo sono bloccate. Quegli uomini rimasero cosi intrappolati, senza scampo, in cunicoli stretti e bui.

Anche se, purtroppo, tanti altri tragici eventi hanno insanguinato il mondo dell'emigrazione la catastrofe di Marcinelle, anche per le sue proporzioni, è diventata il simbolo del sacrificio del lavoro italiano nel mondo.

262 RINTOCCHI OGNI 8 AGOSTO ALLE ORE 8,10.

Una campana suonerà ogni 8 agosto alle ore 8,10 al Bois du Cazier. La campana fusa nella Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone (Isernia), è alta 1,20 metri, larga alla base 88 cm. e pesa 440 chilogrammi. La campana porta il nome, assai significativo, di "Maria Mater Orphanorum", cioè Maria Madre degli Orfani.

La campana suonerà ogni 8 agosto, alle 8,10, ora in cui si scatenò l'incendio. 262 rintocchi battuti per i minatori morti a Marcinelle e altri 10 per i caduti in tutte le miniere del mondo. Infine, suonerà a distesa in omaggio alle vedove e agli orfani e per richiamare a raccolta la gente per ricordare quanto accadde in quel luogo. Il progetto della campana è stato curato dal molisano Giuseppe Ruffo, ed è ricco di simbolismi. Nella parte centrale, è raffigurata la "Mater Orphanorum", che tende la mano consolatrice ad una folla di giovani che simboleggiano gli orfani. Sono inoltre raffigurate scene di miniera con un lavoratore che spinge un carrello di carbone. Nella parte superiore campeggia la scritta "Federazione Maestri del lavoro d'Italia" e vi è raffigurata la Stella al Merito del Lavoro, onorificenza tributata alla memoria dei 136 minatori italiani morti nella sciagura. Al centro, lo stemma molisano, a fianco quello del Municipio di Marcinelle e gli stemmi d'Abruzzo, Emilia Romagna, Calabria, Campania, Veneto, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Alto Adige, Lombardia, regioni di provenienza dei minatori morti.

UN FRANCOBOLLO PER GLI ITALIANI NEL MONDO

Anche le Poste italiane hanno voluto celebrare con un francobollo questo evento.Stampato in 35 milioni di esemplari del valore di 52 centesimi è stato emesso proprio l'8 agosto, il francobollo raffigura su fondo bianco una fascia con i colori della bandiera italiana che parte dall'Italia e avvolge il globo terrestre a simboleggiare il lungo cammino degli emigranti italiani nel mondo.

"MINA" E MINATORI ITALIANI IN BELGIO

LA FIRMA DI UN CONTRATTO

All'indomani della seconda guerra mondiale, in un momento sociale, economico e politico particolarmente difficile, i Paesi dell'Europa pensano alla ricostruzione.

Il Belgio che dispone di ingenti risorse minerarie, lancia la "battaglia del carbone", ma non dispone di mano d'opera sufficiente.

L'Italia, al contrario, ha urgente bisogno di carbone e si trova nell'impossibilità di assicurare un lavoro a tutti.
In questo contesto, Italia e Belgio firmano il 23 giugno 1946 il protocollo d'intesa che prevede la destinazione di 50.000 operai italiani alle miniere del Belgio.

Il Belgio si impegna a vendere mensilmente all'Italia un minimo di 2500 t. di carbone ogni 1000 minatori.
E' questo che farà dire a tanti minatori di essere "stati venduti per un sacco di carbone".

IL RECLUTAMENTO

In Italia manifesti della Federazione Carbonifera belga illustrano agli operai italiani le "condizioni particolarmente vantaggiose offerte per il lavoro sotterraneo nelle miniere belghe", citando i salari, gli alloggi decenti, la sicurezza sociale, diversi vantaggi in denaro e natura.

E i candidati spinti dalla fame non mancano.

Giungono allora a Milano, al Centro di Accoglienza presso la Stazione Centrale, operai da tutta l'Italia.

Qualche giorno di attesa, qualche formalità, aspettando che il prossimo "convoglio" (cosi si chiamava allora il treno speciale riservato) partisse per il Belgio dove su un binario laterale della stazione di arrivo, camion che poco prima erano carichi di carbone, li aspettavano.

DAL SOLE AL BUIO DELLA "MINA"

Molti scendono in miniera già il giorno dopo l'arrivo senza la minima preparazione.

Operai avvezzi al sole scoprono di colpo il buio del mondo sotterraneo, il mondo sconosciuto, della "mina".

Inizia cosi il lungo cammino dell'emigrazione italiana verso il Belgio legato a doppio filo con il carbone, fitto di eventi drammatici (867 i minatori italiani morti per incidenti dal 1946 al 1963) ai quali bisogna aggiungere la lunga fila di minatori deceduti silenziosamente a causa della silicosi (riconosciuta solo nel 1964 come malattia professionale).

CHIUSURA DELLE MINIERE

Il 27/9/84 chiude il « Roton, Puits Ste Catherine » ultimo pozzo attivo il Vallonia, e il 30/9/92 è la volta di Zolder nel Limburgo.

Con la chiusura dell'ultima miniera belga in attività a Zolder nel Limburgo, si conclude cosi un lungo e doloroso capitolo dell'emigrazione italiana in Belgio che ha visto una presenza massima di 50.049 minatori nel 1952.

IL PRIMO MINATORE ITALIANO

Léonard Louis BERTOLLIN, Valdostano di Saint-Christophe, inizia a lavorare il 24/12/1888 nella miniera di Bois-du-Luc, la più vecchia società mineraria belga. Sarà il primo minatore italiano in Belgio ufficialmente censito.

IL TRATTATO CECA

A luglio 2002 si conclude il Trattato CECA siglato per 50 anni nel luglio 1952, trattato che istituisce la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, 1a pietra istituzionale della costruzione europea.


DALL'EMARGINAZIONE ALL'INTEGRAZIONE

Venuti in Belgio con la dichiarata volontà di restare qualche anno, giusto il tempo necessario per "fare un po' di soldi e farsi la casa in Italia", i minatori e le loro famiglie sono invece rimasti, e con il passare del tempo e delle generazioni, a partire da una totale emarginazione, si sono perfettamente inseriti nella società belga contribuendo in maniera determinante allo sviluppo sia del Belgio sia dell'Italia affermandosi economicamente, culturalmente e socialmente.

Nella polvere e nel buio della "mina" hanno avuto il privilegio (forse l'unico) di non conoscere il razzismo : giù, mescolati agli "altri" anche con prigionieri di guerra, non c'erano differenze : tutti erano neri !!!

Non lo sapevano, e non ci pensavano nemmeno, e pertanto hanno costruito un futuro migliore per noi e gettato le basi per quell'Europa dei popoli, ancora oggi cosi lontana !

LE BOIS DU CAZIER
ieri una "mina" oggi un museo

Un museo, una memoria.
La "mina" del "Bois du Cazier" ha riaperto i cancelli per diventare un museo con spazi dedicati alla storia, alla memoria
e attività culturali.

Bois du Cazier à Marcinelle (Charleroi)
Aperto tutti i giorni escluso il lunedì
e giorni festivi dalle ore 9 alle ore 17
tel. 071/880856

Anche se meno suggestivo di una visita sul posto, segnaliamo per una visita "virtuale" il sito
http://www.leboisducazier.be/

 

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