al “Campo degli Eroi” di Casciana Terme LA FONDAZIONE “BERTI” RICORDA LE FOSSE ARDEATINE In particolare, la figura del giovane Manfredi Azzarita, medaglia d’oro al Valor Militare e partigiano CASCIANA TERME (Pisa) – Nel 67° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine a Roma, la Fondazione “Angiolo e Maria Teresa Berti” ha ricordato l’evento con una cerimonia e la deposizione di una corona d’alloro ai Martiri della Resistenza. In particolare, si è sottolineata la figura di una delle 335 vittime, quella di Manfredi Azzarita, figlio di Leonardo,tra i fondatori dell’INPGI,l’Istituto di Previdenza Nazionale dei Giornalisti Italiani ed amico personale di Angiolo Berti. A ricordo di Manfredi e degli altri caduti, Berti si prodigò affinchè la piazza antistante il Palazzo dello Sport di Bologna portasse il suo nome. Era,per quei tempi, una costruzione decisamente moderna ed avveniristica e fu inaugurata proprio in occasione dei Giochi Olimpici di Roma nel 1960. Sul piano sportivo, Piazza
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1871 - 2001: quel lontano marzo a Parigi La Comune sconosciuta Da "Umanità Nova" n.10 del 18 marzo 2001 Cosa fu la Comune di Parigi? All'inizio fu un'immensa e grandiosa festa, una festa che il popolo parigino, essenza e simbolo del popolo francese e del popolo in generale, volle offrire a se stesso e al mondo. H. Lefebvre Le vicende della Comune rivoluzionaria di Parigi del 1871 sono ormai nei libri di storia; ci sono però fatti, circostanze, aspetti misconosciuti ma interessanti perché contribuiscono a mettere in luce la straordinarietà di una rivolta, ritenuta ancora oggi tra le più radicali e moderne esperienze di sovversione dell'ordine non solo politico e sociale, ma anche culturale, al punto da divenire un simbolo che non casualmente altre e diverse situazioni avrebbero evocato, dalla Comune di Fiume nel 1919-20 a quella di Kronstadt nel '21, da quella di Barcellona nel '36 a quella di Budapest nel '56, da quella di Parigi nel '68 a quella d
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Ricordata al Campo degli Eroi 17 MARZO:LA FONDAZIONE “BERTI” E L’UNITA’ D’ITALIA CASCIANA TERME ( Pisa) – In concomitanza con l’omaggio del Capo dello Stato,Giorgio Napolitano, all’Altare della Patria a Roma, anche la Fondazione “Angiolo e Maria Teresa Berti” ha ricordato l’evento del 150° anniversario dell’Unità d’Italia al Campo degli Eroi, a Casciana Terme (Pisa). Si è in particolare rammentato lo spirito che condusse Angiolo Berti,giornalista parlamentare e cascianese di nascita, a creare questo luogo di memoria e di riflessione nel 1984. Lo scopo – ebbe a sottolineare quel giorno – è di non dimenticare tutti coloro che sacrificarono la vita per la libertà di pensiero e di parola. Quegli eroi che hanno contribuito a rendere libera la nostra Patria – furono sue parole – oggi e sempre rimarranno come monito soprattutto alle giovani generazioni di come in ciascun essere umano patria e libertà siano parte integrante dello spirito. Nei 27 anni di vita del Campo, sito in località Fic
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l'Italia (in ricordo di un italiano) pubblicata da Enrica Paresce il giorno giovedì 17 marzo 2011 alle ore 10.57 In ricordo di mio padre (nato nel 1894), che andò volontario a combattere dalla Sicilia alle dolomiti per un sogno d'Italia unita nella prima guerra mondiale, e lasciava la pistola all'attendente perché "ci doveva essere un modo che non fosse uccidere, per vincere altri uomini", leggeva l'Iliade e l'Odissea ai suoi soldati davanti al fuoco, e gli fu chiesto di leggere la Divina Commedia ma lui non l'aveva, e il soldato che l'aveva chiesto disse - la vado a prendere a casa Tenente, è lì solo qualche passo dietro le linee austriache!" - che rimase sotto il fango e i tronchi della trincea due giorni prima di essere trovato ancora vivo, e dopo novant'anni ancora urlava la notte al ricordo dei topi che divoravano i suoi amici quando non scriveva proclami militari nell'aria declamandoli con aria ispirata. Mio padre che aveva dett
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caso Moro ricostruzione e analisi Di Barbara Fois Sono passati anni da quel giorno di marzo che cambiò la vita di questo paese. Ed è ormai rituale chiedersi “tu come l’hai saputo? Dov’eri?” come si fa per i grandi eventi epocali. Erano circa le 9,30 quel giovedì 16 marzo 1978 ed io ero appena entrata nell’atrio di Facoltà, quando una collega mi si avvicinòstravolta “Hai sentito la notizia terribile?” io scossi la testa in silenzio, allarmata, lei continuò con la voce soffocata “Hanno rapito Moro e massacrato la sua scorta. Li hanno ammazzati tutti!!” Rimasi lì come un’allocca, cercando diinghiottire la notizia, mentre lei correva via e, come un’ape operosa che vola di fiore in fiore, si fermava a parlare con un’altra persona. Mi sedetti sulla panca di marmo, lì nell’atrio, cercando di riordinare i pensieri, che sembravano volare impazziti nella mia testa gridando, come uno stormo di rondini. Salire su nel mio studio e fare le cose che avevo in scaletta nell’agenda mi sembrava im
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Brigate Rosse e sequestro Moro Questa è una delle fotografie allegate ai comunicati delle Brigate Rosse relativi al sequestro Moro. Lo statista democristiano veniva fotografato con la pagina di un quotidiano come prova del fatto che fosse ancora vivo. E’ un’immagine che venne diffusa non solo in Italia, ma in tutto il mondo e divenne poi uno dei simboli degli anni di piombo nel nostro paese. Il contesto: il rapimento Moro 16 marzo 1978: alle 9 del mattino Aldo Moro viene rapito fuori della sua abitazione a Roma, in via Fani da un commando delle Brigate Rosse di cui fanno parte Prospero Gallinari, Valerio Morucci, Raffaele Fiore, Franco Bonisoli oltre a Mario Moretti, Alessio Casimirri, Alvaro Loiacono, Barbara Balzerani, Bruno Seghetti e Rita Algranati. I cinque agenti della scorta vengono uccisi. Si tratta di Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Jozzino. Secondo quanto dichiarato in fase processuale da Morucci, Moro viene subito trasferito nell’
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ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA DI MONTECASSINO Delle quattro battaglie combattute a Cassino nel 1944, la terza é sicuramente quella con il maggior numero di episodi tattici ben distinti tra loro. Ciascuno di essi costituisce una piccola storia fatta di lotta, coraggio e sacrificio, come l’attacco neozelandese verso la stazione ferroviaria di Cassino. QUELLA CORSA VERSO LA STAZIONE SOTTO UNA PIOGGIA DI FUOCO (17 MARZO 1944) Delle quattro battaglie combattute a Cassino nel 1944, la terza é sicuramente quella con il maggior numero di episodi tattici ben distinti tra loro. Ciascuno di essi costituisce una piccola storia fatta di lotta, coraggio e sacrificio, come l’attacco neozelandese verso la stazione ferroviaria di Cassino. Con il bombardamento a tappeto della città nella mattina del 15 marzo 1944, gli Alleati diedero il via all’Operazione Dickens. Soltanto pochi edifici rimasero in piedi, benché fortemente danneggiati dalle bombe; tra questi il palazzo del Municipio, l’Ufficio Posta