Le stragi di Civitella e San Pancrazio Il 18 giugno 1944 arrivò nel paese di Civitella un gruppo di partigiani, entrati nel circolo ricreativo vi trovarono quattro soldati tedeschi. Nello scontro che ne seguì due dei tedeschi rimasero uccisi, gli altri invece riuscirono a scappare e a raggiungere dei commilitoni più a valle. Dopo questi fatti la popolazione di Civitella abbandonò in massa il paese. Ci furono perquisizioni e violenze ma nessuno si fece delatore, tant'è che venne imposto un ultimatum di 24 ore, se entro quel tempo non fossero stati comunicati al comando tedesco i nominativi dei partigiani coinvolti vi sarebbero state rappresaglie. I giorni passarono, da parte tedesca venne l'assicurazione che l'uccisione dei tre soldati (uno dei due che si erano salvati era poi morto per le ferite) era stata vendicata in scontri diretti coi partigiani e che Civitella poteva stare tranquilla. Il 29 di giugno a Civitella si festeggiavano i santi Pietro e Paolo, per le assicuraz
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Corriere della Sera L'ON. MUSSOLINI INDICA COME SUPERARE LA CRISI ISTITUZIONALE Stamane, alle ore 10, a Palazzo Venezia, nella grande Sala del Concistoro, ha avuto luogo la riunione della maggioranza parlamentare. Su 382 deputati componenti la maggioranza erano presenti 341, tutti gli altri avevano giustificato la loro assenza. Alle ore 10.15 il Presidente del Consiglio, accompagnato dai Ministri, Sottosegretari di Stato e Comitati di maggioranza, ha fatto il suo ingresso nella sala accolto da vive acclamazioni da tutti i deputati alzatisi in piedi. L'on. Mussolini ha poi pronunziato il suo discorso. Continuano le ricerche del cadavere dell'on. Matteotti. Si ha intanto la conferma che i carabinieri di Stresa hanno arrestato presso l'imbarcadero, certo Giuseppe Pavone, che sembra abbia avuto rapporti con gli esecutori del delitto di Roma. A Stresa è ricercato anche certo Angelillo, denunziato come complice in una lettera anonima giunta al "Mattino" di Napoli.
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Testata La Domenica del Corriere Origine Milano - Italia Data di pubblicazione 5 luglio 1914 L'assassinio a Serajevo dell'arciduca Francesco Ferdinando erede al trono d'Austria, e di sua moglie Il 28 giugno 1914, a Sarajevo, l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria, e sua moglie Sofia furono uccisi dal nazionalista serbo Gavrilo Princip. L'assassinio minò l'assetto delle potenze europee, già in grave crisi, e il fragilissimo rapporto dell'Austria con la Russia, grande protettrice della Serbia, diventando la miccia che avrebbe fatto divampare la prima guerra mondiale. Il 28 luglio infatti l'Austria-Ungheria, con l'appoggio dell'alleato tedesco, dichiarò guerra alla Serbia. Saranno quattro lunghi anni con quasi nove milioni di morti.
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Corriere della Sera, 29 luglio 1914 Origine Milano - Italia Data di pubblicazione 29 luglio 1914 L’Austria dichiara la guerra alla Serbia L’adesione delle Potenze alla mediazione: Vienna e Pietroburgo discutono L’attentato di Sarajevo, del 28 giugno 1914 ad opera dello studente serbo Gavrilo Princip, costato la vita all’arciduca ed erede al trono asburgico, Francesco Ferdinando e a sua moglie Sofia, fu la miccia che fece esplodere la "polveriera" Balcani, ove le regioni slave sottomesse all’impero Austro-Ungarico, stavano maturando, fomentate dalla Serbia, sentimenti irredentisti, volti, dunque, alla conquista dell’indipendenza. A sua volta l’Austria-Ungheria era una potenza sempre più in crisi ed in declino che, già provata dall’espansione della Germania e dalle sconfitte subite dall’Italia, nel corso delle guerre d’Indipendenza, si vedeva ora minacciare anche i territori balcanici, sotto la spinta destabilizzante di una Serbia accusata di favorire il malcontento delle popol
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L'incidente L'incidente avviene tra Ustica e Ponza il 27 giugno 1980 al velivolo DC9 I-TIGI appartenente alla compagnia Itavia. Il volo con nominativo IH870 decolla dall'aeroporto di Bologna alle ore 20.08, con due ore di ritardo, diretto a Palermo e si svolge regolarmente nei tempi e sulla rotta previsti fino all'ultimo contatto radio tra velivolo e controllore procedurale di Roma Controllo, che avviene alle 20:58. Alle 21.04, chiamato per l'autorizzazione di inizio discesa su Palermo, il volo IH870 non risponde. L'operatore di Roma reitera invano le chiamate; lo fa chiamare, sempre senza ottenere risposta, anche dal volo KM153 dell'Air Malta, che segue sulla stessa rotta, dal radar militare di Marsala e dalla torre di controllo di Palermo. Passa senza notizie anche l'orario di arrivo a destinazione, previsto per le 21.13. Alle 21.25 il comando del Soccorso Aereo di Martina Franca assume la direzione delle operazioni di ricerca, allerta il 15° St
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Per Non Dimenticare Eccidio di Gubbio Eccidio di Gubbio Eccidio di Gubbio Il pomeriggio del 20 giugno del 1944 un ufficiale tedesco viene ucciso e un altro ferito dai partigiani nel comune di Gubbio, i soldati tedeschi iniziano subito un rastrellamento per le vie della città, alla sera dopo un intervento del vescovo Ubaldi sembra che il rastrellamento si fermi, e il vescovo viene rassicurato dal comandante dei nazisti che non ci sarà più nessuna rappresaglia, invece il mattino del giorno seguente il rastrellamento riprende e in maniera ancora più vigorosa del giorno precedente, anche se nella notte non è successo assolutamente niente per poter dar adito alla ripresa della rappresaglia, vengono catturati indiscrinatamente uomini donne e ragazzi, alcuni dopo un sommario interrogatorio vengono rilasciati, ma quaranta persone vengono trattenute, e alle prime luci dell'alba del 22 giugno 1944 una parte di loro viene obbligata a scavare una fossa, mentre gli altri vengono legati e massa
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UN CAMPO PROFUGHI NEL CENTRO DELLLA CAPITALE La stazione Ostiense di Roma da anni è un punto di passaggio e ritrovo per gli afgani che transitano nella capitale. Arrivano a Roma dopo viaggi duri e rischiosi che possono durare anche più di un anno attraverso Pakistan- Iran – Turchia – Grecia e durante i quali molti di loro trovano la morte asfissiati nel sottofondo di un tir o uccisi dalle guardie di frontiera turche o assiderati sui valichi di montagna. Lo scorso mese nel porto di Ancona è stato ritrovato un giovane afgano morto dentro un camion proveniente dalla Grecia. I ragazzi afgani scappano dal loro paese in preda alla guerra. Scappano dalle bombe dei “liberatori” americani che fanno continuamente stragi di civili. Scappano dalla violenza oscurantista talebana che semina terrore. Molti vogliono raggiungere i paesi del nord Europa. C’è un flusso costante tra nuovi arrivati e altri che partono dopo essersi fermati alcune se
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Fu inaugurata dal pratese Giovanni Bertini, sottosegretario ai Lavori Pubblici LA DIRETTISSIMA FIRENZE - BOLOGNA COMPIE 90 ANNI L’anniversario ricordato dalla Fondazione “Berti” CASCIANA TERME – La Fondazione “Angiolo e Maria Teresa Berti” ha ricordato il 90° anniversario dell’inizio dei lavori della Direttissima Firenze – Bologna. L’opera fu fermamente voluta dal sottosegretario ai Lavori Pubblici d’allora, on.Giovanni Bertini, d’origine pratese, che credeva fortemente nella tecnologia come sviluppo della società civile. Il 12 giugno 1921, egli tenne infatti il discorso inaugurale. “Una scelta importante ed avvenieristica, precisò, che unirà ancor più l’Italia”. Quando morì a Bologna, il 29 dicembre 1949,Bertini lasciò detto di essere trasportato al cimitero di Prato lungo la Direttissima,la cui costruzione era stata appena ultimata. Giovanni Bertini era il padre di Maria Teresa . GIAN UGO BERTI
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Alba del 6 giugno 1944. Scatta l’operazione Overlord: le forze anglo-americane sbarcano sulle coste della Normandia, in Francia. Inizia una delle battaglie più drammatiche della Seconda Guerra Mondiale. Nella primavera del 1944, l’andamento del conflitto vede la Germania nazista e l’Italia fascista in crescente difficoltà. L’Armata rossa dell’Unione Sovietica avanza da est verso la capitale della Germania, Berlino. L’Italia, invece, è divisa in due. Le truppe italo-tedesche sono attestate al nord, mentre il centro-sud è da un anno sotto il controllo degli eserciti alleati di Stati Uniti e Gran Bretagna, che cercano di risalire la Penisola. Per le forze anglo-americane aprire un fronte occidentale, nella Francia occupata dai tedeschi, significa accerchiare in una morsa gli eserciti nemici. Nell’autunno del 1943 Roosevelt, Stalin e Churchill, leader di Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna, si incontrano a Teheran. All’ordine del giorno, la pianificazione di un attacco contro l’
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VUOTI DI MEMORIA Non è una novità, che l’uomo contemporaneo dimentica in fretta. Si infiamma velocemente, combatte battaglie con faciloneria salvo andare avanti se il conflitto non lo riguarda direttamente, abbandona il campo per pochi quattrini – che valgono sempre più di un’ideale – ma soprattutto è educato all’ignoranza coatta, alla rimozione forzata. Fortunatamente non è sempre vero. Ci sono eventi che premono come schegge impazzite sulla colonna vertebrale della Storia, che provocano un dolore fastidioso e continuo, lo stillicidio della proverbiale goccia cinese. La strage di Piazza Tianamen è sicuramente uno di questi punti oscuri, di questi pozzi in cui tutte le regole di civiltà e umanità vengono sospese e gli attori in campo, i carnefici come le vittime, affondano nella follia. È il 4 giugno 1989 quando la protesta di studenti, lavoratori, intellettuali e cittadini comuni contro il PCC (Partito Comunista Cinese), reo di grave diffamazione contro il popolo stesso e manipolazion
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La repressione di Piazza Tienanmen Nel 1989 il primo ministro Li Peng e la fazione dei cosiddetti conservatori cercano di rallentare ulteriori sviluppi delle quattro modernizzazioni in senso liberistico. Lo scopo è quello di tenere sotto controllo lo sviluppo economico; contenere, e possibilmente ridurre, l’inflazione; evitare l’aumento degli squilibri sociali; combattere la speculazione e la corruzione dilagante. Di fronte a queste misure comincia la protesta degli studenti cinesi che chiedono riforme democratiche nel paese. Questione politica e questione sociale Quali sono le motivazioni della protesta? La posta in gioco sulla Tienanmen non sono soltanto gli ideali di libertà e democrazia, in contrapposizione ad una concezione autoritaria del potere e della società. In un paese sottosviluppato e privo di tradizioni democratiche come la Repubblica popolare cinese la questione politica tende a confondersi con la questione sociale, nel senso della rivendicazione di maggiore giustizia. I
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UOMINI AL VAGLIO DONNE ALLA RISCOSSA (Carrara,opuscolo diffuso subito dopo la liberazione) UOMINI AL VAGLIO Da che Carrara è stata liberata dal Nazifascismo, ho fatto ·.per la 'prima volta un giro per quasi tutta la città, non escluso qualche ufficio e' qualche stabilimento; e debbo confessare che fu per me un giorno di amara delusione e che mai fui così amaramente colpito nei miei sentimenti antifascisti. Sentivo nella mia anima un vuoto; un isolamento farmi dubitare se ancora esisteranno forze umane capaci di liberare veramente l' umanità dal fascismo. Qualche sorrìso mi ha colpito, sorriso sardonico che voleva . dire: Siamo nuovamente al lavoro. per la rivincita. Sentivo che già stava per incominciare un' altra: via crucis, fatta di galere e di esilio e come sempre originata dal tradimento 'dei vili e dalla cecìtà del popolo. Sia per le strade che per gli uffici, in attesa della forza reazionaria e dell