Corriere della Sera, 29 luglio 1914 Origine Milano - Italia
Data di pubblicazione 29 luglio 1914
L’Austria dichiara la guerra alla Serbia L’adesione delle Potenze alla mediazione: Vienna e Pietroburgo discutono
L’attentato di Sarajevo, del 28 giugno 1914 ad opera dello studente serbo Gavrilo Princip, costato la vita all’arciduca ed erede al trono asburgico, Francesco Ferdinando e a sua moglie Sofia, fu la miccia che fece esplodere la "polveriera" Balcani, ove le regioni slave sottomesse all’impero Austro-Ungarico, stavano maturando, fomentate dalla Serbia, sentimenti irredentisti, volti, dunque, alla conquista dell’indipendenza. A sua volta l’Austria-Ungheria era una potenza sempre più in crisi ed in declino che, già provata dall’espansione della Germania e dalle sconfitte subite dall’Italia, nel corso delle guerre d’Indipendenza, si vedeva ora minacciare anche i territori balcanici, sotto la spinta destabilizzante di una Serbia accusata di favorire il malcontento delle popolazioni slave suddite di Vienna. L’uccisione dell’erede al trono era dunque una provocazione che non poteva essere lasciata impunita e, anche se solo dopo la guerra si ebbero conferme del legame tra Princip ed ambienti sovversivi serbi, vicini al governo, all’impero di Francesco Giuseppe sembrò giunto il momento di liquidare il problema Serbia, contro cui fu lanciato un ultimatum dalle condizioni durissime ed umilianti. Sebbene le autorità di Belgrado, pur di evitare lo scontro armato ed il sicuro annientamento, mostrarono la disponibilità ad accettare gran parte delle clausole, la risposta fu ritenuta insoddisfacente e così l’Austria, dopo essersi assicurata l’appoggio dell’impero tedesco, il 28 luglio 1914, dichiarò guerra alla Serbia, scatenando l’inferno in un Europa allora caratterizzata da delicati meccanismi di alleanza militare tra i vari stati, figli degli eventi e delle tensioni maturatesi negli anni precedenti: se gli austro-ungarici erano forti del legame con il reich tedesco di Guglielmo II, a difesa della Serbia scesero in campo la Russia zarista e la Francia, mentre, invece l’Italia, legata agli imperi centrali da un trattato difensivo e che dunque prevedeva l’intervento solo in caso di aggressione, appellandosi al fatto che era stata l’ Austria ad attaccare, senza neppure consultarla, si dichiarò neutrale.
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