Abstract La riflessione di Foucault su Sorvegliare e Punire si situa in un preciso momento del suo percorso intellettuale che lo porta ad affrontare il tema secondo una prospettiva del tutto particolare, volta ad evidenziare il legame tra le procedure penali, la costruzione della società e la formazione dell'individuo moderno «L’uomo di cui ci parlano e che siamo invitati a liberare è già in se stesso l’effetto di un assoggettamento ben più profondo di lui. Un’ “anima” lo abita e lo conduce all’esistenza, che è essa stessa un elemento della signoria che il potere esercita sul corpo. L’anima, effetto e strumento di una anatomia politica; l’anima prigione del corpo». M. Foucault, Sorvegliare e punire. La nascita della prigione , 1975. Intraprendere la lettura di“Sorvegliare e Punire” 1 significa confrontarsi con il ruolo che, a partire dai primi anni settanta, lo studio e l’analisi del potere rivestì nel Sonderweg foucaultiano. Il pensatore francese fu, indubbiamente, affascin...
La Scuola di Francoforte (operante dagli anni ’20 agli anni ’70) ha sviluppato una teoria critica del capitalismo e del comunismo sovietico, alla luce dell'ideale rivoluzionario di un'umanità futura libera e disalienata. Il pensiero critico mira a smascherare le contraddizioni dei due suddetti sistemi e a prospettare un modello utopico alternativo a entrambi. Il quadro di riferimento teorico Theodor Adorno Max Horkheimer Herbert Marcuse Leo Löwenthal Erich Fromm Jürgen Habermas Franz OppenheimerOpere • Max Horkheimer, (1930), Anfänge der bürgerlichen Geschichtsphilosophie. Gli inizi della filosofia borghese della storia. Da Machiavelli a Hegel. • Erich Fromm, Max Horkheimer, Herbert Marcuse (1936), Studien über Autorität und Familie: Forschungsberichte aus dem Institut für Sozialforschung, Studi sull'autorità e la famiglia • Erich Fromm (1941), Escape from freedom, Fuga dalla libertà • Max Horkheimer, Theodor W. Adorno (1947), Dialektik der Aufklärung. Philosophische Fragme...
L'attentato di Anteo Zamboni E', come oggi, una domenica il 31 ottobre del 1926, quando il capo del governo, Benito Mussolini, a bordo dell'auto di rappresentanza - la famosa Fiat Torpedo nera - arriva a Bologna per inaugurare lo Stadio del Littoriale, oggi intitolato a Renato Dall'Ara e teatro delle partite casalinghe del Bologna FC. E' una giornata di sole, e nella retorica del regime, quello delle grandi missioni e delle grandi opere, Mussolini è in alta uniforme e con la fascia dell'Ordine Mauriziano, lieto e pronto al taglio del nastro, L'automobile percorre sicura via Rizzoli e poi via Indipendenza, giungendo all'Arena del Sole. E' in quel momento, che tra la folla riecheggia un colpo di pistola, uno solo, che sfiora il Primo ministro, il guidatore - Leandro Arpinati, uomo del PNF a Bologna - ed il gerarca Dino Grandi. Il proiettile non ferisce nessuno, sfiora solo l'uniforme di Mussolini, che ordina ad Arpinati di accelerare e fuggire: nel...
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